Il castello di Sassai si trova a pochi chilomentri da Silius, paese delle miniere nel cuore del Gerrei, non lontano dal mare di Costa Rei.

Per secoli è rimasto sepolto da una fittissima vegetazione e da una montagna di terra. Il Comune di Silius lo ha recuperato e ora fa parte dei cosiddetti "Tesori d'Italia".

Costruito dai pisani nel dodicesimo secolo, nel 1353 fu attaccato dalle milizie di Mariano d'Arborea, durante la guerra contro gli Aragonesi. Una volta occupato, fu distrutto. Giovanni Francesco Fara, studioso dell'Ottocento, afferma che i sardi che assediarono il castello erano quasi tutti cagliaritani, partigiani del Giudice d'Arborea.

Ma il Gerrei ha tante altre belle ricchezze da proporre: il museo etnografico Sa domu de is Ainas, la Casa del fabbro e il Nuraghe di Armungia, il pozzo sacro "Funtana Crobetta" e le piscine naturali Corru 'e Arenas a Ballao.

E poi l'area archeologica Pranu Mutteddu, il nuraghe di Goni e l'area paleontologica Su Peinconi.

C'è anche la sfida di San Basilio che punta a recuperare le terme romane e la chiesetta di San Sebastiano di cui oggi si conservano solo i ruderi.

In un territorio che continua a spopolarsi il turismo può fare ricchezza anche perché si può arrivare in 40 minuti da Cagliari. A Silius c'è infine la pineta di Is Alinos, una splendida oasi di verde. Le miniere invece sono chiuse. Dopo quelle di Villasalto, Ballao e Sant'Andrea Frius, anche nel bacino di fluorite di Silius da tempo non si estrae nulla.
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