Beatificata dalla chiesa in tempi record. Maù Sagheddu aiutava gli altri in silenzio: con la scuola e nei litigi adolescenziali dava protezione a chi ne aveva bisogno, era un'autentica balente barbaricina.

Chiedeva in cambio una sola cosa: "non si deve sapere in giro".

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Nota a tutti come Maù Sagheddu, il suo vero nome è Maria Gabriella, ma lo riserva solo alle faccende burocratiche e alle "cose del continente". Nasce a Dorgali il 17 marzo 1914. Suo padre Marcantonio fa il pastore e la mamma Caterina Cucca la casalinga. Maù ha sette fratelli. La sua spensieratezza di bambina viene stroncata molto presto. Il papà muore quando lei ha solo 5 anni a causa di un'epidemia spagnola che uccide anche due dei suoi fratellini.

I genitori di Maù
I genitori di Maù
I genitori di Maù

UNA VITA DEDITA AD AIUTARE GLI ALTRI - È una ragazza intelligente e studiosa, con un profitto straordinario, studia e lavora intensamente e riesce nel frattempo ad aiutare tutti quelli che ne hanno bisogno. Quando inizia a lavorare si priva anche dei pochi soldi che ha per darli ai più poveri.

Odia il bigottismo civettuolo del paese e non sopporta che si racconti di lei in giro.

Visita spesso i malati, in particolare una che stava sola perché aveva un carattere che nessuno sopportava.

IL VOTO - Quando muore la sorella, Maù decide di fare qualcosa di ancora più utile per le persone e inizia a lavorare a servizio di una comunità monastica.

Sceglie un monastero di clausura, il convento di Vitorchiano vicino a Roma, e diventa suor Maria Gabriella. Ma tutto questo ancora non soddisfa come vorrebbe l’ideale di carità umana che ha da quando era piccola. Per questo motivo decide di fare un voto, offre la sua vita a Cristo in modo che la riunisca alla Chiesa.

Suor Maria Gabriella
Suor Maria Gabriella
Suor Maria Gabriella

La Sagheddu diventa simbolo mondiale del movimento Ecumenico moderno. Un giorno però si ammala di tubercolosi e la malattia la divora fino a ucciderla in meno di un anno. Muore il 23 aprile 1939.

LA BEATIFICAZIONE - Beatificata da Papa Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983, viene anche indicata come modello nel documento "Ut Unum Sint", il più importante della chiesa. Maù diventa così l’angelo dell’Ecumenismo e il suo culto si è diffuso in tutto il mondo.

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