Con Maria Manca Colombo chiudiamo la galleria di donne sarde descritte in questa rubica per celebrare la Giornata internazionale della Donna. Un breve excursus tratto dal libro "Sardegna al femminile" , da oggi in edicola con L'Unione Sarda, in cui sono raccolte le storie di 33 straordinarie protagoniste.

Nata a Torino e trasferitasi giovanissima in Sardegna, Maria Manca Colombo è stata autentica e intelligente animatrice del movimento femminile sardo, che da qui ha mosso i primi passi.

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Nel luglio 1898 fa la sua comparsa sulle pagine de L’Unione Sarda un curioso annuncio: «Il 13 corrente inizierà le sue pubblicazioni il nuovo periodico “La Donna Sarda”, diretto dalla Signora Maria Manca. È scritto unicamente da signore e signorine e noi siamo certi che, compilato con intendimenti sani e onesti, troverà accoglienze nelle nostre famiglie». Due giorni dopo, a Cagliari, la tipografia di Corso Vittorio Emanuele stampa e vende il primo numero.

PRIMA PUBBLICAZIONE - La rivista mensile, che costa 20 centesimi, con la sua veste elegante e la grafica in stile liberty curata dall’editore Serreli, è una novità assoluta, e non solo in Sardegna. Tutte le copie vengono vendute nel giro di poche ore e subito viene sfornata una nuova ristampa. Intendimento della sua lungimirante scrittrice e direttrice, Maria Manca Colombo, è di parlare alle donne, dispensare consigli per il giardino e per la casa, raccontare la moda, ma anche disquisire, soprattutto, di cultura. Le pagine sono create per istruire senza fare la morale, per stimolare la riflessione, generare dibattiti e creare opinioni.

LA MISSIONE - Quella di Maria Manca Colombo è una missione educativa, che si propaga grazie alla carta e raggiunge le donne che da sempre vivono nel ristretto perimetro dei propri paesini. Una vera e propria premessa, dunque, del movimento femminile sardo.

Nata a Torino nel 1851, Maria Manca Colombo abbandona giovanissima il continente per trasferirsi sull’Isola. Bionda con gli occhi azzurri, viene descritta come “seria e geniale, un miscuglio di bontà e fierezza”.

Nel giugno 1880, due anni dopo il suo approdo in Sardegna, sposa a Cagliari Cesare Manca, impiegato nella costruzione del tratto ferroviario Mandas-Nurri. È proprio durante la permanenza nel paese del Sarcidano che sbocciano i suoi interessi culturali, gli stessi temi che porterà nelle pagine del suo giornale una volta trasferitasi nella realtà urbana di Cagliari, riuscendo a coinvolgere una città fortemente conservatrice in un’iniziativa editoriale che sfida stereotipi e luoghi comuni.

IL PROGETTO EDITORIALE - Traduce in carta e parole un movimento di pensiero che conosceva in quegli anni in Sardegna i suoi primi fermenti: sono tante le donne che scrivono e mandano racconti, poesie o novelle a periodici regionali e nazionali. “La Donna Sarda” diviene un progetto editoriale così fresco e originale da guadagnare non solo l’attenzione de “L’Unione Sarda” – che a più riprese pubblicherà il sommario della rivista femminile e pubblicizzerà numeri speciali e iniziative – ma da trovare presto anche diffusione in città come Firenze, Palermo, Milano o Torino. L’entusiasmo della sua ideatrice conquista il panorama nazionale, andando a ospitare fra le proprie pagine personalità di spicco dell’epoca come Grazia Deledda, le scrittrici Maria Bobba, Emilia Marsiani, la pioniera del femminismo Anna Maria Mozzoni.

IL MOVIMENTO FEMMINILE - Tra recensioni, segnalazioni e critiche di libri e opere teatrali, poesie e racconti che hanno come protagoniste povere ragazze e sentimenti disillusi, c’è spazio anche per gli interventi in cui si delinea un primitivo femminismo. La pagina più significativa la scriverà proprio Maria Manca pubblicando il suo atto più coraggioso: un questionario rivolto alle “Signore colte della Sardegna”, che doveva servire per creare un comitato promotore del Movimento femminile. La visione borghese del tempo che vuole la donna intrappolata nel ruolo di moglie fedele e madre premurosa è quasi granitica, ma comincerà allora a scalfirsi.

LE ACCUSE - Forse proprio a causa di questo impegno sociale non schierato sono sempre più numerose le critiche che arrivano al giornale della Manca, che a un certo momento non riesce più a reggere: verrà rimossa dal suo ruolo nel 1900 e tacciata in maniera ironica di femminismo. Le pubblicazioni del giornale si sospendono per poi essere riprese per un breve periodo, ma “La Donna Sarda” cessa presto di esistere.

Rimarrà il ricordo in quella rinnovata coscienza femminile che comincia a diffondersi nelle cronache dell’epoca, e che altre penne e su altre colonne porteranno avanti, ciascuna alla sua maniera, ma con un unico intento: mostrare alle donne la vita senza le lenti della rassegnazione e del pregiudizio, ma con quelle del coraggio, della determinazione, dell’indipendenza fisica e d’intelletto.

La storia completa nel volume "Sardegna al femminile" disponibile nello store online a questo link /a>
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