Creare con le pietre delle composizioni artistiche in grado di raccontare con poesia l'orrore della guerra in Siria.

Questa l'idea alla base delle opere di Nizar Ali Badr, uno scultore 52enne che il conflitto lo conosce e lo vive da vicino, perché non ha abbandonato il Paese.

Nelle sue composizioni le pietre prendono vita per mostrare al mondo episodi, tragici o delicati, del dramma siriano: case distrutte, bambini uccisi, profughi alla ricerca di una nuova collocazione, ma anche immagini di rinascita, come un uomo che depone un fiore o l'abbraccio amorevole tra due persone.

L'artista ha raccontato di raccogliere in riva al mare, vicino al monte Jebel Aqra (sul confine con la Turchia), il materiale che utilizza per i suoi lavori: ciottoli di diverse forme, dimensioni e colori.

Quando ne ha trovate a sufficienza, può iniziare a creare nel suo studio.

Prima incollava le pietre sulla carta, ma ora è diventato troppo costoso: "Non appena l'opera è finita, prima di distruggerla, scatto una foto", ha dichiarato. "È l'unico modo per preservarla e assicurarmi che altre persone possano vederla".

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