Morsi, graffi e una gelosia morbosa. È il racconto della relazione tra Benito Mussolini e Claretta Petacci, così come emerge dallo studio di uno storico inglese, Richard Bosworth, che ha avuto accesso ai diari di lei e alla corrispondenza tra i due amanti.

Ne viene fuori una Claretta perdutamente innamorata di Mussolini, ancor prima di conoscerlo. I due cominciarono a frequentarsi con regolarità quando lei aveva vent'anni e lui cinquanta, con la benedizione della moglie del Duce, Rachele Guidi.

Dai manoscritti "Ben", come la Petacci amava chiamarlo, è descritto come un uomo violento, a cui piaceva ferirla con graffi e morsi nei momenti di intimità. "Voglio farti del male, voglio essere brutale con te", le diceva. E lei lo adorava anche per questo: "Mio grandissimo amore - gli rispondeva nelle lettere - eri così bello stasera. Sei stato aggressivo come un leone, violento e possessivo".

È noto il fascino che Mussolini esercitava sulle donne, e anche il numero di amanti che ebbe nel corso della sua vita. Bosworth racconta che era "insaziabile", ne voleva tre-quattro al giorno.

La selezione veniva fatta tra le sue ammiratrici: ma quelle di rango più basso, perché le altre lo intimidivano. La cosa non intaccava la devozione di Claretta, alla quale anzi piaceva sentirsi raccontare le avventure erotiche del compagno. Un amore malato che la porterà a seguirlo fino alla morte.

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