Il museo Man di Nuoro conferma la sua attenzione per la fotografia, proponendo, per la prima volta in Italia, un'antologica, "Topografie", dedicata alla fotografa americana Berenice Abbott, grande interprete del Novecento.

Curata da Anne Morin, l'esposizione raccoglie ottanta scatti che raccontano le tre facce del lavoro di un'artista, capace di esplorare con il suo obiettivo orizzonti nuovi, anche quando per una donna indipendente e solitaria come lei, era "troppo presto".

Allieva di Man Ray nella Parigi degli anni Venti, centro del mondo culturale e delle avanguardie, diventa ritrattista e immortala James Joyce, André Gide, Jean Cocteau, le sue amiche, il suo mentore Eugène Atget.

Negli anni Trenta è a New York, una metropoli in repentino cambiamento che lei documenta con la consapevolezza della trasformazione in atto.

Quegli appunti visivi diventano un celebre libro "Changing New YorK".

Negli anni Cinquanta decide di fotografare gli esiti delle ricerche scientifiche, vincendo la resistenza degli scienziati scettici sul suo lavoro.
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