Un'enciclopedia lo definisce "raccoglitore, scavatore, eccitatore di studi".

Definizione poeticamente perfetta: l'ossessione di Giovanni Spano era la curiosità.

Forse è stato il più curioso fra i grandi dell'Isola. Conosciamo le sue rotte della conoscenza: dall'archeologia alla glottologia, all'etnologia. Il canonico dell'Ottocento cercava, trovava, catalogava.

Scienziato e collezionista. Nel campo dell'arte somigliava a un rabdomante: frugava nei negozi di antiquariato o nei ripostigli di un frate.

Acquistava, talvolta riceveva in regalo, spesso negoziava e barattava. Con finalità più che pie, nell'arco di una trentina d'anni.

Era nato a Ploaghe e al suo paese lasciò una parte del suo tesoro.

A dire il vero non è stato ricambiato con buona grazia.

La sua casa è divisa ora in due blocchi diroccati, la targa ricordo è seminascosta dai rami e dalle foglie. Il Comune vorrebbe tornarne in possesso, ma «è difficile» dice il sindaco, Carlo Sotgiu.
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