"Vi scattate selfie al Memoriale della Shoa? E io vi porto nei lager": la lezione di un artista israeliano
Sembrano foto scattate d'estate, in riva al mare o davanti a un tramonto. E invece dietro i sorrisi e le pose da yoga ci sono i pannelli in memoria delle vittime della Shoah.
Sono diecimila i visitatori che ogni giorno camminano tra le stele del Memoriale dell'Olocausto, a Berlino: il monumento si staglia nel centro della città da cui, negli anni Trenta e Quaranta, fu progettata la "soluzione finale".
Nonostante la solennità del posto alcuni turisti non resistono a immortalare il momento con selfie e sorrisi.
Un artista israeliano emigrato a Berlino, Shahak Shapira, ha raccolto alcune immagini dai social per farne dei fotomontaggi.
L'ignaro visitatore finisce così in mezzo ai campi di sterminio, tra i corpi dei sei milioni di morti.
Le immagini sono state pubblicate sul sito "Yolocaust": gioco di parole con l'acronimo "Yolo" ("You Only Live Once", si vive una volta sola), spesso pubblicato come hashtag dai giovani.
L'effetto è straniante e provocatorio ma ha centrato il segno, a giudicare dalle visite sulla piattaforma.