"Un film francescano - spiega il regista nuorese - nel solco della nuova stagione annunciata da papa Francesco, sobrietà, spiritualità vera e profonda, povertà, non ostentazione della ricchezza". Il film, che arriva 12 anni dopo 'Arcipelaghi', rivela alla luce dell'elezione di Jorge Mario Bergoglio tutta la sua attualità. "E' un film sobrio nello stile, severo, privo di musica, nei contenuti e nella formula produttiva", sottolinea Giovanni Columbu nel corso dell'anteprima sarda del film, stamane a Cagliari, che da oggi sarà distribuito nelle sale cinematografiche dell'isola dalla Sacher di Nanni Moretti. La pellicola, cofinanziata dalla Film Commission della Sardegna, offre in lingua sarda una personale rilettura dei quattro Vangeli: 87 minuti girati tra i monti di Orgosolo, Ovodda, Oliena e altri luoghi magici dell'Isola, un'opera che ha rappresentato l'Italia al Festival internazionale di Rotterdam e lo scorso anno è stata in concorso al Torino Film Festival. E' forte l'impatto emozionale dato dalla forza del paesaggio, con i silenzi che si alternano alle parole, il racconto che dà voce ai volti, ai paesaggi primordiali dell'isola, ai luoghi della natura. "Ovvero - argomenta il regista - a quella dimensione in cui è possibile ritrovare quel Dio che è in noi. Non c'è musica, la valenza musicale è data solo dal rumore degli zoccoli, dai gemiti, dalle poche parole tutte pronunciate in sardo". Tra gli interpreti Fiorenzo Mattu, Pietrina Menneas, Tonino Murgia, Paolo Pillonca, Antonio Forma, Luca Todde, Giovanni Frau, Bruno Petretto, Ignazio Pani, Carlo Sannais. E poi i non attori: pastori, allevatori e pazienti dei centri di salute mentale. Perché riproporre un ulteriore film su Gesù? "Sono stato mosso, nel girare il film, da un profondo sentimento scaturito dalla lettura dei Vangeli - risponde Columbu -. Sono fatti che racchiudono un qualcosa che sta nelle vicissitudini degli esseri umani. C'è un'esigenza di rinnovamento della Chiesa e della società. Nel film c'è un richiamo a tutto quanto c'è di essenziale e povero, perché pone al centro i personaggi che stanno ai margini della società, i poveri e i malati. Spero che, come ha annunciato papa Francesco, inizi una nuova era".
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