Ricoverate in gravi condizioni in ospedale e sottoposte a un trattamento di lavanda gastrica con carbone vegetale. E' accaduto ieri a tre persone della stessa famiglia a causa di una intossicazione acuta da mandragora (o mandragola, come fu chiamata da Machiavelli nella sua famosa opera letteraria). La più grave è un’anziana signora, arrivata in stato di coma e ricoverata nel reparto di rianimazione. Dopo la nottata i tre pazienti sono stati dichiarati fuori pericolo.

La mandragora è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanacee, molto diffusa anche in Sardegna, che contiene degli alcaloidi altamente tossici che portano ad una sindrome centrale da intossicazione dovuta a sostanze atropino-simili. I sintomi sono confusione mentale, vertigini, nausea, diarrea e malessere generale. In mancanza di un rapido intervento possono arrivare fino al coma e alla morte. In seguito all’ingestione di mandragora (che nel caso in questione perdurava da quattro giorni) occorre somministrare un antidoto specifico, la fisostigmina, del quale sia la ASL di Carbonia che quella di Cagliari erano sprovviste. Alcune fiale di antidoto sono state fornite dal pronto soccorso di San Gavino, e altre dal Santissima Annunziata di Sassari. Per questo motivo il direttore generale Maurizio Calamida e il direttore dell’Ospedale Sirai Sergio Pili hanno ringraziato la Asl di Sanluri e quella di Sassari per l’importante aiuto fornito.

Decisivo anche il lavoro della responsabile del pronto soccorso, Viviana Lantini, e alla sua équipe, per aver formulato in tempi rapidi la difficile diagnosi, e della dottoressa Teresa Galdieri, responsabile del servizio farmaceutico aziendale, che si è subito attivata per reperire l’antidoto. Da novembre a oggi in Italia si sono verificati diversi casi di intossicazione da mandragora, ma in Sardegna si tratta dell’unico caso documentato negli ultimi anni.

La pianta, come fanno sapere dalla Asl 7, velenosa e potenzialmente mortale, può essere confusa facilmente con la bietola e con la borragine. La dottoressa Lantini consiglia di evitare, in mancanza di un’approfondita conoscenza, la raccolta di piante o erbe a scopo alimentare o perlomeno di farle controllare da un esperto. In ogni caso, non appena si avvertono i primi sintomi (che per la mandragora si verificano subito dopo l’ingestione), la raccomandazione è di recarsi immediatamente al pronto soccorso.
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