La strada d'accesso bloccata da una montagna di materiali: un divano, una porta, ruote d'auto, uno scaldabagno e una vettura incendiata. Forze dell'ordine in tenuta antisommossa impegnate fin dalla mattina negli scontri. Sarebbero 26 gli agenti feriti e due i manifestanti fermati.

LA PARTENZA IN ELICOTTERO - Gli scontri all'esterno dell'area della miniera di Serbariu e il blocco delle strade hanno costretto la delegazione ministeriale a ripartire in elicottero per l'aeroporto di Cagliari Elmas. I ministri Passera e Barca e il sottosegretario De Vincenti si sono imbarcati su due velivoli, una della Finanza l'altro dei carabinieri, atterrati nel campo sportivo adiacente alla miniera. I tre hanno raggiunto l'aeroporto militare di Elmas da dove sono decollati poco dopo.

FERITI - Sarebbero 26 i feriti tra le forze dell'ordine che ieri hanno lavorato per garantire l'ordine pubblico nell'area della grande miniera di Serbariu, a Carbonia, e che hanno dovuto affrontare, a più riprese, i manifestanti, diversi dei quali avrebbero riportato contusioni leggere. Lo si apprende da fonti della Questura di Cagliari. Sarebbero inoltre al vaglio degli investigatori le posizioni di due persone che hanno partecipato agli scontri e individuate poi dalle forze di Polizia.

"E' incredibile dover contare 20 feriti tra i poliziotti nella guerriglia urbana di Carbonia: condanniamo con forza questi scontri perché le manifestazioni per il lavoro devono sempre rimanere in un alveo di protesta civile". Lo dice Massimo Zucconi Martelli della segreterie nazionale del Siap. che aggiunge: "Esprimiamo massima solidarietà ai poliziotti che sono lavoratori come tutti gli altri, capiscono i drammi umani e non meritano queste aggressioni - sottolinea il sindacalista - Non è comunque normale che gli agenti stiano al lavoro per 12 ore di fila senza pasti o cambio: così, ancora una volta gli agenti cagliaritani si sentono abbandonati dalle autorità locali e nazionali, che non hanno contemplato la presenza di rinforzi per questa occasione". Del resto - ha spiegato il segretario della Uilm del Sulcis, Daniela Piras - "mentre i ministri scappano con gli elicotteri stiamo registrando un bollettino di guerra - aggiunge - con i lavoratori manganellati e con lanci di fumogeni verso gli operai fermi ai blocchi che, come si è visto, non hanno impedito agli esponenti del governo di poter passare".

SASSI E LACRIMOGENI - Poco prima - mentre all'interno dell'auditorium la delegazione ministeriale stava firmando con Regione e Provincia il protocollo d'intesa per il rilancio del Sulcis - c'era stato un fitto lancio di sassi e lacrimogeni.

ACCESSI BLOCCATI - Precedentemente gli operai avevano bloccato le due uscite dell'area della grande miniera con bidoni e metalli, ed anche la carcassa di un'auto. "E' un atto di protesta forte - fa sapere al telefono Manolo Mureddu, delegato Cisl degli appalti Alcoa - perché ci sentiamo abbandonati".

LE CARICHE - All'inizio del vertice i manifestanti avevano cercato di sfondare il cordone delle forze dell'ordine urlando slogan contro il governo. Nel mirino, in particolare, il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera che, insieme al sottosegretario Claudio De Vincenti e al ministro della Coesione Territoriale Fabrizio Barca si trova all'interno della struttura che sta ospitando il vertice sulla vertenza Sulcis. Un gruppo di facinorosi, tra cui anche qualche studente, ha lanciato petardi e vernice rosa nelle vetrate all'ingresso della grande miniera di Serbariu. Dopo alcuni attimi di paura, la situazione è sotto controllo delle forze dell'ordine schierate in tenuta antisommossa. Le tensioni hanno fatto seguito a quelle che avevano preceduto l'arrivo della

delegazione dei ministri, atterrata a Elmas intorno alle 10, e giunta nella miniera di Serbariu alle 12 dopo aver firmato con il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, un protocollo per lo sviluppo del Sulcis, una delle province più povere d'Italia con il tasso record di disoccupazione giovanile.

GLI SCONTRI - I primi scontri si sono svolti poco prima dell'arrivo dei tre rappresentanti del governo Monti e hanno avuto come protagonisti un gruppo di operai dell'Alcoa e le forze dell'ordine che presidiavano l'ingresso della Grande Miniera. I manifestanti più accesi sono giunti dalla vicina fabbrica di Portovesme, ma le vertenze industriali in atto riguardano tutto il Sulcis iglesiente ed è proprio per questo motivo che oggi sono attesi a Carbonia i due ministri ed il sottosegretario. "Come sindacati abbiamo lavorato per sedare gli animi, per garantire lo svolgimento dell'incontro, a noi interessa la firma sul protocollo". Così Roberto Forresu, segretario provinciale della Fiom davanti alla Grande Miniera di Serbariu dove ci sono stati degli scontri fra manifestanti e forze dell'ordine. "A noi interessa che si arrivi a soluzione - ha spiegato Forresu - stiamo cercando di calmare gli animi. Ci interessa risolvere il problema del Sulcis".

IL VERTICE - Portovesme srl, Eurallumina e Carbosulcis: queste le vertenze affrontate dai rappresentanti sindacali e dalle Rsu aziendali con i ministri Passera e Barca e il sottosegretario De Vincenti riuniti in una sala della Grande miniera di Serbariu, a Carbonia. Reduci dall'occupazione dei pozzi durata una settimana tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre, i delegati della Carbosulcis si sono presentati all'incontro con un manifesto funebre. "Tragicamente si è spenta la Carbosulcis - si legge - Con estrema felicità lo annuncia il Governo nazionale. Requiem. I funerali si svolgeranno presso il Consiglio regionale della Sardegna. Un particolare e sentito grazie vada a tutti coloro che hanno collaborato al raggiungimento di tale obiettivo".

Stefano Meletti, delegato Rsu della Uil, ha spiegato ai giornalisti i contenuti del confronto sulla miniera. "Al Governo abbiamo chiesto un chiarimento, parlando da galantuomini: vogliamo risposte sul progetto integrato della Regione, anche perché i capitali da investire sono tanti e il piano deve essere valutato attentamente. Abbiamo una certezza: la miniera, i minatori, il progetto". Spiragli per la vertenza Eurallumina, la fabbrica ferma da alcuni anni. Il 22 novembre prossimo ci sarà la firma del protocollo d'intesa tra la Rusal, la società russa proprietaria dello stabilimento di Portovesme, il Mise e la Regione Sardegna, un passaggio fondamentale per il riavvio della produzione. "Si comincia finalmente a dare gambe al progetto - ha sottolineato Gian Marco Mocci, della Rsu Cgil - dovremmo essere vicini alla svolta". Energia e infrastrutture sono state le richieste avanzate alla delegazione ministeriale dai delegati della Rsu della Portovesme srl. "La nostra azienda va in controtendenza rispetto alle altre - ha detto Salvatore Cappai, portavoce della Rsu - nel senso che proprio ieri ha concluso l'assunzione di 60 giovani diplomati che andranno a lavorare in un impianto moderno. Ma per mantenere questo trend è necessario garantire il costo dell'energia a prezzi competitivi e lavorare per potenziare le infrastrutture nel territorio".
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