Nel mese di marzo avevano suscitato scalpore le dichiarazioni dell'eurodeputato leghista Mario Borghezio, che in un'intervista aveva parlato del rapimento di Rossella Urru definendo la cooperazione internazionale come "una moda radical chic", diffusa in "ambienti cattocomunisti" e da un "certo cattolicesimo che amava autoflagellarsi sulle colpe dell'Occidente". Riferendosi, in particolare, alla cooperante di Samugheo aveva poi aggiunto che "avrebbe fatto molto meglio a prestare il suo servizio in Italia, piuttosto che andare a mettere a repentaglio la sua vita in Algeria".

A queste dichiarazioni fece seguito l'indignazione dell'opinione pubblica italiana e isolana in particolare, che rispose con un'immediata mobilitazione spontanea sui social network. Furono in più di mille - fra militanti e simpatizzanti del Partito Democratico - a sottoscrivere una lettera di protesta indirizzata al Presidente del Parlamento Europeo Martin Shultz, che oggi ha risposto ufficialmente. "Insieme con la famiglia e con il popolo italiano - scrive Schulz - condivido le preoccupazioni per la sorte di Rossella che, come i due colleghi sequestrati con lei, possono essere considerati portatori dei valori dell'Europa. Ritengo che l'aiuto allo sviluppo sia un'attività fondamentale per il ruolo strategico dell'Europa nel mondo e sono pertanto molto dispiaciuto per le dichiarazioni dell'On. Borghezio. Desidero inoltre far notare come queste e altre precedenti dichiarazioni non abbiano avuto alcun eco al Parlamento europeo. Nello stesso tempo ricordo che fa parte delle mie funzioni garantire la libertà di espressione nell'ambito del pluralismo rappresentato nell'Istituzione, anche quando personalmente disapprovo completamente certi punti di vista. Con l'augurio che Rossella Urru sia rilasciata al più presto, voglio esprimere la mia simpatia e gratitudine alla famiglia e a tutte le persone che si attivano per farle ritrovare la libertà".
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