Piemontese, settant’anni, aria da preside buono e inflessibile, Giulietto Chiesa è stato un giornalista famoso, anzi famosissimo: corrispondente da Mosca per L’Unità e, successivamente

(fino al 2000) per La Stampa, Tg5, Tg1 e Tg3. Con un film e con un libro ha cercato di dimostrare che l’attentato alle Torri Gemelle di New York (11 settembre 2001) non è esattamente opera di Al Qaeda ma un sanguinario pastrocchio organizzato dai servizi segreti.

La sua visione del mondo non prevede sfumature: crollato il sistema dei partiti, sepolte le vecchie ideologie, stuprate le istituzioni, non resta che occuparsi della realtà. Nella Terra, dice Chiesa, non c’è più spazio per nuovi arrivi per la semplice ragione che i consumi non possono crescere all’infinito, e lo spazio a disposizione nemmeno. "Dobbiamo ripensare tutti assieme un mondo più attento e solidale".

Qual è la collocazione di Giulietto Chiesa oggi?

“Ho lanciato un laboratorio politico che dichiaratamente non si colloca né a sinistra né a destra. La vecchia geografia non esiste più”.
© Riproduzione riservata