In cammino verso Porto Rotondo, località scelta non a caso dai pastori sardi per dare massimo risalto ala loro vertenza. Una manifestazione su cui il Movimento degli allevatori non ha voluto dare molti dettagli nell'assemblea tenuta ieri a Sindia, ma che questa mattina si annuncia comunque particolarmente movimentata.

L'INCONTRO Quella di ieri è la ventitreesima assemblea in poco più di un mese che il movimento ha organizzato questa estate, con manifestazioni clamorose.

Dai blocchi stradali a quelli degli aeroporti, le iniziative dell'Mpa hanno avuto il merito di portare la crisi su una ribalta internazionale.

«Più la stampa parla - sostiene la voce del movimento Felice Floris - più la politica trema. Solo qualche giorno fa le nostre rivendicazioni venivano ridicolizzate, oggi la politica inizia a riconoscerci il diritto ad essere soggetto trattante nelle questioni che decideranno il futuro del settore».

LA DENUNCIA Tre anni fa fu proprio Sindia, col Movimento dei cento pastori, a lanciare l'allarme attorno ai problemi che rischiano di uccidere centinaia se non migliaia di aziende. Ieri, nello stesso salone Cossedda che diede i natali a quel movimento territoriale, l'Mpa ha trovato terreno fertile per promuovere i contenuti di una rivendicazione che accomuna tutti i pastori sardi.

I problemi sono quelli di tre anni fa, ma con l'aggravante che il tempo trascorso ha peggiorato la situazione.

«Abbiamo perso10mila aziende negli ultimi vent'anni - sostiene Floris - oggi non ne vogliamo perdere nemmeno una. È una questione sociale riconosciuta da tutti visto che rappresentiamo l'ossatura di gran parte dei paesi dell'Isola». I pastori rivendicano un'autonomia del tutto nuova nel muoversi e nel decidere del proprio futuro e, pur non essendo contro nessuno e lasciando le porte aperte a chi volesse sostenere la battaglia, sembrano non tollerare strumentalizzazioni da parte di chi avrebbe dovuto tutelarli e non lo ha fatto a sufficienza.

J'ACCUSE Durissimo l'attacco contro le associazioni di categoria, gli sprechi della Regione e il ruolo svolto dal Consorzio di tutela del pecorino romano causa prima, secondo molti degli intervenuti, di numerosi problemi del comparto.

«Avremmo potuto manifestare il disagio chiedendo alla politica di trovare soluzioni - sostiene Felice Floris - ma abbiamo voluto dare un contributo e oggi vogliamo stare autonomamente al tavolo delle trattative».

Il contributo dell'Mpa è racchiuso in un documento programmatico di dodici punti che ha già fatto più volte il giro dell'Isola.

IL MERCATO Fra le richieste più forti quella di ripristinare il meccanismo delle restituzioni comunitarie destinato al mercato americano e canadese. L'altra novità di questa nuova onda della protesta dei pastori è che la partita assume oggi una valenza decisiva tanto che, più di allora, insieme ai pastori scendono in campo anche le loro mogli.

«Solo uniti - ha detto Francesca Del Rio che ha coordinato i lavori - riusciremo a far valere le nostre ragioni da cui dipende il lavoro dei nostri mariti e il futuro dei nostri figli».

La battaglia continua, a partire da quella di oggi a Porto Rotondo, ma con la mente a Cagliari quando a settembre si tireranno le somme della calda estate dei pastori sardi.

LUCA CONTINI
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