Revocati gli arresti domiciliari a Giovanni Battista Zurru: l'ex amministratore unico dell'Igea torna in libertà. Non avendo più incarichi nella società in house da diversi mesi, non ci sarebbero dunque i presupposti per la detenzione ai domiciliari. Zurru, difeso degli avvocati Mariano e Massimo Delogu, è stato sentito venerdì nell'interrogatorio di garanzia col gip Giuseppe Pintori e col pubblico ministero Marco Cocco. Ha scelto il silenzio. Ai cronisti presenti al terzo piano del palazzo di giustizia di Cagliari, l'ex amministratore unico aveva detto di non avere «ancora capito di cosa mi si sta accusando» aggiungendo: «Come sto? Se una persona dovesse andare dal medico le chiederebbe come va?»

LE ACCUSE - Con Zurru, nell'indagine portata avanti dai carabinieri del Norm e della Compagnia di Iglesias, sono finiti nei guai anche Marco Tuveri (finito in carcere), il sindacalista ex autista di Zurru, e Daniela Tidu (obbligo di dimora), segretaria del presidente. I tre rispondono a vario titolo di truffa, abuso d'ufficio, turbativa d'asta, peculato e voto di scambio per la gestione allegra delle risorse aziendali (gasolio, telefoni, auto, beni di diversa natura) e la «spregiudicatezza», termine utilizzato dal giudice nei confronti di Tuveri, quando si trattava di perseguire i propri interessi. Tra i numerosi indagati anche Giorgio Oppi, leader dell'Udc in Sardegna e nome forte del partito nel Sulcis, presunto referente di Tuveri.

I NOMI - Nel frattempo, si amplia la lista degli iscritti (65, l'elenco completo sull'Unione Sarda in edicola oggi) nel registro degli indagati della Procura di Cagliari, per l'ottanta per cento accusati di voto di scambio.
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