Opere definanziate, quindi bloccate, dalla Regione. Si va dalla rimozione dell’amianto nelle condotte gestite da Abbanoa ai finanziamenti per l’edilizia scolastica, il recupero dei siti estrattivi (come Dolianova), per giungere a casi clamorosi come quello del Comune alluvionato di Onanì dove si bloccano gli interventi urgenti sul ponte Laerru, alla messa in sicurezza delle Chiese, agli ecocentri. Lo denuncia l'Anci Sardegna. Una valanga di decreti di definanziamento, si sta abbattendo sui Comuni, Province ed altri enti della Sardegna, effetto di una norma inserita dalla Giunta Regionale nella legge di assestamento che anticipa le scadenze dei finanziamenti (precedentemente fissate al 31 dicembre e, in altri casi, nel 2015) al 24 ottobre (data in cui è stata appunto approvata la legge di assestamento). La denuncia arriva dall'Anci, secondo cui viene previsto, continua l'Associazione dei Comuni, un fondo di 30 milioni, "assolutamente inadeguato", per un possibile recupero delle opere definanziate, "che sarebbe operativo, peraltro, solo da aprile". Morale: la Regione si riprende i fondi e blocca gli investimenti.

L'AFFONDO - Secondo l'Anci, "la Regione punisce, quindi, i Comuni per ritardi e lentezze di cui è quasi totalmente responsabile essa stessa. Inoltre non si comprende come la Regione possa ignorare che il patto di stabilità ha legato mani e piedi ai Comuni, vietando la gran parte degli investimenti". La Regione, si legge nella nota firmata dal presidente dell'Anci Sardegna, Pier Sandro Scano, "ha fatto così esattamente l’opposto di quanto sarebbe stato necessario fare in questo momento, ciò che bisognerebbe fare, questa è la nostra proposta, è prorogare di 3-6 mesi le scadenze del 31/12 per accelerare la spesa, creare lavoro e realizzare progetti importanti".

LA RICHIESTA - L'Anci propone un confronto urgente e chiede al Consiglio Regionale di modificare la norma. Norma, si legge sempre nella nota, "adottata dalla Regione unilateralmente, cosa abbastanza inaudita (la Regione debitrice decide, da sola, di cancellare i suoi debiti verso i Comuni), ma che è di assai dubbia legittimità per un rilevante vizio di procedura. Le leggi di bilancio, compresi gli assestamenti, devono avere, in base alle norme vigenti, il parere obbligatorio del Consiglio delle Autonomie Locali". Per l'Anci, se il problema non verrà risolto con un’intesa, "i Comuni e le Province potranno quindi vedersi costretti a impugnare tutti decreti di definanziamento".

Ma, conclude la nota, "la cosa più singolare è che da un lato la Regione dice: spendiamo le risorse disponibili, acceleriamo la spesa, promuoviamo la crescita e, dall’altra parte, la norma in questione va clamorosamente nella direzione opposta, rimandando la spesa per una parte dei progetti a dopo marzo e per una parte cancellando del tutto progetti ed investimenti".
© Riproduzione riservata