Dopo quattro anni e mezzo di cassa integrazione in deroga, scaduta lo scorso 30 novembre, e sette mesi di stipendi arretrati, i dipendenti dell'emittente televisiva 5 Stelle Sardegna, la televisione regionale con sede a Olbia, hanno preso atto che non è più possibile svolgere il proprio lavoro. Sono tredici i dipendenti dell'emittente, tra giornalisti e tecnici, che da questa mattina hanno deciso di incrociare le braccia e spegnere le telecamere. Un segnale estremo che arriva dopo l'ultimo appello lanciato all'editore, Gianni Iervolino, di corrispondere almeno una delle mensilità arretrate. "L'editore ci ha comunicato che se non abbiamo soldi per continuare a lavorare e di restare a casa" ha detto a nome dei giornalisti è Stefania Costa. "Quel che dispiace - ha aggiunto -, oltre all'assenza di certezze per il futuro, è che un organo di informazione, in uno scenario come quello Sardo, rischia di morire". Alcune settimane fa le sedi di Cagliari, Nuoro e Sassari sono state di fatto chiuse, con il licenziamento di sette persone. "Nonostante questo abbiamo continuato ad andare in onda" hanno detto i lavoratori, affiancati dalle sigle sindacali e dalle "magliette rosse" dei lavoratori Meridiana. "Senza stipendio non riusciamo ad andare avanti" ha concluso a nome dei tecnici Cristian Asara. I lavoratori della tv minacciano per le prossime settimane azioni eclatanti.
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