L'incendio ha distrutto una delle auto di servizio, una Fiat Punto, e danneggiato la struttura. Inagibili oltre all'autorimessa anche l'alloggio del comandante della stazione.

Il rogo è stato spento dai vigili del fuoco di Ghilarza dopo quasi due ore di lavoro. Subito sono scattate le indagini, che si sono concentrate su Mario Nino Delogu, disoccupato di 49 anni, di Sedilo, che ieri sera era stato fermato alla guida di un'auto ubriaco e senza patente e assicurazione. L'auto gli era stata sequestrata e l'uomo ha rivolto pesanti minacce ai carabinieri che subito dopo l'attentato sono andati a cercarlo e lo hanno portato in caserma. Durante l'interrogatorio ha tentato di impedire che i militari potessero rilevare sui suoi abiti tracce riconducibili all'incendio. Ne è nata una colluttazione con il comandante della compagnia, Alfonso Musumeci, colpito da una testata. Il diosoccupato è stato arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

Delogu è stato poi condannato a un anno e due mesi di reclusione, con pena sospesa ma obbligo di dimora e divieto di uscire di casa dalle 21 di sera alle 7 del mattino. L'uomo è stato riconosciuto colpevole di violenza a pubblico ufficiale per l'aggressione al comandante della compagnia dei carabinieri di Oristano e di resistenza a pubblico ufficiale nei confronti dei militari della pattuglia che ieri notte lo avevano sorpreso ubriaco al volante e gli avevano sequestrato l'auto perché priva di assicurazione. A suo carico non risulta invece, per il momento, alcuna accusa in merito all'attentato incendiario. In attesa dell'esito degli accertamenti e dei rilievi svolti dai militari del Reparto investigazioni scientifiche di Cagliari, Delogu resta comunque - come riporta l'Ansa - il principale indiziato.
© Riproduzione riservata