E' cessata la materia del contendere sul silenzio tenuto dalla Regione, ma la decisione sulla sospensiva, in merito al resto del ricorso della Saras per l'annullamento dell'improcedibilità per l'opera, è stata rinviata al 13 gennaio. Udienza al Tar questa mattina a porte chiuse, in camera di consiglio, per l'esame del ricorso presentato dalla società contro il silenzio prima, e la bocciatura poi, da parte del Savi sul Progetto Eleonora per la trivellazione di un pozzo esplorativo per la ricerca del gas metano nel sottosuolo di Arborea. Davanti al collegio presieduto da Marco Lensi (a latere il relatore Antonio Plaisant e Giorgio Manca), la Saras si è presentata con gli avvocati Antonella Capria, Massimo Lai e Teodora Marocco, mentre la Regione era costituita con Alessandra Putzu e Alessandra Camba. La società ha presentato anche un'istanza cautelare risarcitoria, ma al momento non risulta quantificata. "La Regione ha interrotto il procedimento prima della valutazione di impatto ambientale - ha detto l'avvocato Massimo Lai, uno dei legali della Saras - il ricorso riguarda l'attività di esplorazione e non di sfruttamento dell'eventuale giacimento: un unico pozzo per valutare se la risorsa ci sia". In sostanza, hanno spiegato i difensori, "le amministrazioni dimostrano di essere prevenute rispetto all'opera", mentre il Savi ha trovato "un pretesto per non procedere ad una valutazione che, meramente in ragione delle opposizioni di comitati locali, si rivelava spinosa". Nei mesi scorsi vi erano state, infatte, numerose proteste da parte del Comitato no al progetto Eleonora e lo stesso comune di Arborea si è costituito davanti al Tar con il legale Mauro Barberio. La Saras ha, comunque, chiarito come il ricorso al Tar sia un atto dovuto a tutela dei dipendenti e della continuità aziendale.
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