Salvatore e Luca Pontis, padre e figlio rispettivamente di 72 e 40 anni, indagati entrambi per usura. Le indagini del Gruppo delle Fiamme gialle cagliaritane sono in qualche modo collegate al tentato omicidio avvenuto a Sanluri nel 2010, quando l'imprenditore Gianluca Spina colpì più volte con una accetta Salvatore Pontis. Fu proprio l'imprenditore a dichiarare di aver agito perché esasperato, strozzato dagli usurai, facendo poi il nome di Pontis. In particolare, secondo l'accusa sostenuta dal sostituto procuratore del tribunale di Cagliari, Andrea Massidda, padre e figlio avrebbero prestato a Spina quasi 970 mila euro ma si sarebbero fatti riconsegnare dall'imprenditore in difficoltà quasi 1,7 milioni di euro, denaro che sarebbe stato pagato in contati, assegni e cambiali con tasso superiore al 40 per cento.

UN'ALTRA VITTIMA - Ci sarebbe un altro imprenditore in difficoltà nell'inchiesta che ha portato al sequestro dei beni. Alla vittima, in questo caso, avrebbero prestato con vari finanziamenti 116 mila euro tra il 2005 e il 2010, facendosi poi restituire poco più di 420 mila euro con un tasso di interesse del 40 per cento. Le indagini della Guardia di finanza sono durate a lungo. Sotto i riflettori sono finite le due società, una immobiliare e un ferramenta, riconducibili ai Pontis, ma anche le loro proprietà e i conti correnti nei quali sarebbero confluiti assegni e titoli di credito delle vittime. Difficile per gli investigatori separare gli introiti ottenuti dalle attività lecite di padre e figlio con quelli recuperati dai prestiti a tasso usuraio. Alla fine del mese scorso il pm Andrea Massidda ha chiesto il sequestro preventivo per equivalente di beni immobili, titoli di credito e denaro per quasi 870 mila euro eseguito pochi giorni fa dai militari della Guardia di finanza.
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