Secondo l'indagine conoscitiva della Camera sulla dispersione scolastica "la Sardegna registra un tasso del 25,8% di giovani tra i 18 e i 24 anni che non riescono a conseguire un diploma o una qualifica di scuola secondaria superiore. Il peggior risultato in tutta Italia, un record negativo che possiamo combattere se la Regione mette in campo un piano serio con risorse vere, non gli spiccioli destinati finora". Lo dice il presidente della Commissione Affari Sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu, che anticipa i risultati dell'indagine promossa dalla Commissione Cultura di Montecitorio e che verrà presentata domani alla presenza della presidente della Camera Laura Boldrini e del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini. "La dispersione scolastica in Sardegna rappresenta una ferita profonda e una potenziale pesante ipoteca sul futuro della nostra Regione - denuncia Vargiu - Le perdite maggiori si registrano purtroppo negli istituti professionali che dovrebbero essere invece le officine del futuro, i luoghi dei mestieri e del saper fare: in queste scuole abbandona addirittura il 49,3% dei ragazzi, il 31% dopo il biennio iniziale. Come indica l'indagine, bisogna prevenire la dispersione operando direttamente e con risorse massicce sui ragazzi che oggi hanno dai 12 ai 14 anni. La Regione invece - osserva il deputato dei Riformatori - mette in campo solo 4 milioni di euro sui 54 finanziati dall'Unione Europea dal piano Garanzia Giovani, per progetti di formazione rivolti ai ragazzi dai 15 anni in su". "La commissione Cultura della Camera propone la costituzione di un'unità di crisi ad hoc presso la Presidenza del Consiglio - annuncia Vargiu - Bene farebbe la Giunta Pigliaru a mettere in campo subito un'unita di crisi regionale considerata la drammaticità sociale degli effetti dell'abbandono scolastico. La missione non è impossibile: la Puglia in pochi anni ha ridotto del 7% il tasso di dispersione. Bisogna davvero mettersi chiaro in testa che senza istruzione la nostra isola divide solo povertà e arretratezza mentre la cultura e la conoscenza moltiplicano ricchezza, fanno emergere il talento e stimolano la competizione e la competitività".
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