"Dieci anni di reclusione per Marco Carboni". E' la richiesta di condanna arrivata a tarda sera, dopo quasi sei ore di requisitoria, dal pm Diana Lecca che ha ricostruito nei dettagli le fasi della presunta aggressione nei confronti dell'ex moglie dell'allora assessore regionale ai Trasporti.

Davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Cagliari, il magistrato ha parlato a lungo, riproponendo nei dettagli quanto sarebbe avvenuto il 22 settembre dello scorso anno nella villetta di Selargius dove, sino a poco tempo prima, vivevano i coniugi con la figlia. Dopo essersi introdotto col volto coperto da un casco, fingendo una menomazione alle dita e modificando la voce, l'ex assessore avrebbe legato il suocero e la figlia, portando la moglie in camera da letto per afferrarla al collo e costringerla a spogliarsi. Da qui anche l'accusa di violenza sessuale. Lo aveva fatto, sempre secondo l'ipotesi accusatoria, perché non accettava la separazione.

"Era Marco, mi voleva fare del male", avrebbe poi detto la moglie sicura di aver riconosciuto l'ex marito, così come anche altri testimoni. Anche la bambina, sconvolta e terrorizzata - ha spiegato il pm Lecca - avrebbe detto alla babysitter: "Giulia, è la voce di papà". Fuori dalla camera da letto, alcuni testimoni hanno sentito la moglie dell'imputato urlare: "Abbi pietà", mentre l'aggressore rispondeva: "perché devo avere pietà? Le donne non hanno avuto pietà con me". Da qui la richiesta di condanna a 10 anni per rapina e violenza sessuale. Le parti civili parleranno il 17 dicembre mentre la difesa inizierà le arringhe l'8 gennaio.
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