No a tagli e ridimensionamento del trasporto pubblico in Sardegna e soprattutto no alla privatizzazione dell'Arst e a quella al cento per cento di Saremar. I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Faisa e Ugl, chiedono alla Giunta regionale risposte e garanzie sul futuro per treni, traghetti e autobus. Minacciano, in assenza dell'apertura di un confronto in tempi brevi, la mobilitazione dei lavoratori con la convocazione degli stati generali delle sigle di categoria. Sullo sfondo c'è la questione Meridiana, quella che preoccupa più di tutti, con l'esubero di 1.634 lavoratori. Per quanto riguarda l'Arst, Arnaldo Boeddu, Filt-Cgil, ha ricordato che l'azienda ha i conti a posto, e produce addirittura utili: "Dopo il rinnovo del parco autobus, ai tempi della giunta Soru, c'è stato uno stop. L'età media dei mezzi va verso i nove-dieci anni contro una media europea di sette. Ma ci sono anche mezzi da 18-20 anni". Per le ferrovie nel mirino c'è il pendolino parcheggiato alla stazione di Cagliari: "Non è stata fatta ancora nessuna prova - ha aggiunto Boeddu - quel treno è lì come una sfinge e sta invecchiando. Chiederemo un incontro per capire quali sono gli ostacoli per iniziare i collaudi". Un treno, ha ricordato Valerio Zoccheddu, Fit-Cisl, fermo a Cagliari da 119 giorni: "Siamo i peggiori. Se vogliono mantenere la ferrovia servono investimenti". Per il mare il problema si chiama Saremar: "A causa della disastrosa avventura della Flotta sarda - hanno sottolineato i sindacati nel documento unitario - partorita dalla precedente giunta, è avviata a una procedura di privatizzazione 'forzosà in conseguenza della condanna al pagamento di oltre 10 milioni da parte dell'Unione europea". Parole di attenzione anche per la Regione: "Nelle scorse settimane è stato annunciato un piano di ridimensionamento - hanno aggiunto i sindacati - tutto questo in presenza di un contesto socio economico che vede in crescita l'utilizzo del mezzo collettivo rispetto al mezzo individuale a beneficio di salute, benessere, vivibilità dei centri urbani e sopravvivenza dei paesi dell'interno".
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