Pili ha anche pubblicato il decreto che reca la data del 6 novembre. "E' una decisione irrazionale da respingere in ogni modo - attacca il parlamentare sardo - nel contempo nasce il ghetto per 500 immigrati al posto della scuola. La Regione rivendichi il patrimonio in base all'art.14 e blocchi questo piano scellerato". Secondo il deputato, "si tratta di una vera e propria mannaia con argomentazioni generiche che non tengono nel minimo conto le condizioni insulari della Sardegna. I costi gestionali della formazione sono destinati a salire in maniera esponenziale considerato che gli agenti dovranno obbligatoriamente varcare il Tirreno per andare verso le strutture dislocate nel continente". "Questo - argomenta Pili - comporterà costi sempre maggiori di trasporti e pernottamento, oltre il disagio per gli stessi lavoratori.

Il decreto è accompagnato da un'altra comunicazione del provveditore del Dap Sardegna che dice chiaramente che il patrimonio deve essere ceduto al demanio. Trasformare quella struttura in un centro per immigrati alla periferia di Cagliari - sottolinea ancora il deputato - significa mettere in atto un'azione che denota la spregiudicatezza di coloro che stanno continuando a considerare la Sardegna una vera e propria colonia. Una decisione che contrasteremo in tutti i modi sperando che le amministrazioni locali si attivino e sopratutto che la Giunta regionale la smetta di essere tappetino di questo governo nefasto".
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