Quattordici anni fa i focolai di Lingua blu in Sardegna erano appena sopra quota seimila. Ora, periodo 2013-2014, sono sotto quella cifra. Ma non molto. Lontanissimi, invece, i dati sui capi morti: nel 2000-2001 erano stati oltre 250 mila. Ora decisamente meno della metà, oltre 100 mila. Ma la somma di tutti questi anni parla di 750 mila capi morti. Sono le statistiche presentate questa mattina in apertura del convegno a Cagliari, promosso da Regione e Laore, agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura intitolato "La febbre catarrale degli ovini". Una patologia che ha travolto le campagne dell'isola costringendo i pastori a fare i conti con capi morti o malati e produzione ridotta. Gli indennizzi? Cifre record nel 2001 all'indomani della prima ondata. Ma nel 2014 sono stati erogati - dicono i grafici mostrati nel corso del convegno - circa 35 milioni. Nel frattempo la scienza pensa anche a trovare nuove tecniche di lotta alla malattia. I vaccini sono stati e continuano ad essere il rimedio numero uno. Ma ci sono anche altri sistemi come quello illustrato questa mattina da Anna Liscia, università degli studi di Cagliari, dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente. Si tratta delle trappole a luce innescate con kairomoni e feromoni, considerati validi antagonisti delle differenti specie di Culicoides vettori del morbo della lingua blu in Sardegna. "Era la nostra proposta - ha spiegato il leader del Movimento pastori sardi Felice Floris, presente tra il pubblico - è un sistema rispettoso dell'ambiente: le trappole possono essere sistemate dentro e fuori le stalle, magari alimentate a energia solare. Il vero problema della lotta alla Blue tongue è ridurre il numero degli insetti. Le "trappole" potrebbero essere finanziate con fondi comunitari". Presenti al convegno anche esperti internazionali. Polly Roy, docente alla London School di igiene e medicina tropicale, si è soffermata sulle infezioni europee legate ad altri sierotipi di Lingua blu. Miguel Angel Miranda-Chueca, laboratorio di zoologia, Università delle Baleari in Spagna, ha parlato della presenza dei Culicoides nell'area del Mediterraneo.
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