Obiettivo: convincere i proprietari degli stabilimenti di Sestu e Guspini a trovare una soluzione alternativa alla mobilità per 57 operai. Una delegazione di lavoratori e rappresentanti sindacali sono impegnati in un incontro nella sede degli industriali per provare a capire se esistono le possibilità di una via di uscita. All'ingresso di Confindustria ci sono gli striscioni e le bandiere di Rsu, Cgil e Cisl. Agli automobilisti che si apprestano a imboccare la rotonda davanti all'ingresso del molo Ichnusa vengono distribuiti volantini che riassumono la vicenda. Un documento di accuse e appelli alla politica sarda. "Ha trascurato - hanno sottolineato i lavoratori - il settore: in tutta l'isola sono rimaste solo due aziende capaci di produrre laterizi. Ma il perdurare della crisi rischia di produrre la chiusura". Poi l'sos: "Chiediamo alle istituzioni che con leggi mirate possano rilanciare il settore fortemente colpito. E chiediamo anche a tutti gli imprenditori e ai cittadini della Sardegna di favorire i laterizi sardi perché comprare sardo significa incentivare l'economia dell'isola".
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