Prodotti tipici: la frode in tavolaAumenta la sofisticazione alimentare
È sempre più plausibile che sulla nostra tavola finiscano agnelli "sardi" allevati nell'est Europa, oppure altri prodotti trattati e sofisticati altrove. Quello del prodotto tipico sardo è un ambito che rischia di essere vittima di frode. Intanto dall'Ue mettono i paletti sulla concorrenza e pensano a nuovi esperimenti per il trattamento degli alimenti.Agnelli provenienti dall’ex Jugoslavia e dalla Romania. Pecorino sardo solo a metà.
Olio extra vergine d’oliva spacciato come prodotto lavorato in Sardegna, ma miscelato chissà dove e come. Frutta d’importazione trattata con fitofarmaci proibiti da noi e invece consentiti nei Paesi esportatori. Mille gli esempi di sofisticazione alimentare che riguardano anche i nostri prodotti tipici, a conferma che il pericolo di frodi e danni alla salute dei cittadini tocca anche l’isola. La Coldiretti sta svolgendo un ruolo importante per arginare il fenomeno, ma gli addetti ai lavori sostengono che la vigilanza non è mai troppa. Gli allevatori chiedono la tracciabilità dei capi ovini, come avviene per quelli bovini. "È una battaglia quasi impossibile - sostengono al Consorzio Agnelli di Sardegna Igp- a opporsi sono le multinazionali. I consumatori hanno
il diritto di sapere da dove arriva quello che mangiano". L’assessore all’Agricoltura intanto annuncia che la Regione "punta sull’agroalimentare".
L'inchiesta completa negli articoli a cura di Augusto Ditel e Michele Ruffi su L'Unione Sarda in edicola.