Secondo il pm Carlo Scalas quella frase sibillina- "ha da venir Pasqua" - attribuita a Gianni Manca, è la più lampante dimostrazione che il duplice omicidio di Antonio Bacciu, 28 anni, e di suo zio Giovanni Battista, 69 anni, fosse premeditato e che per questo lo stesso Manca va condannato all'ergastolo insieme a Giovanni Antonio Canu e Salvatore Brundu. Si avvia alla conclusione la vicenda giudiziaria legata all'agguato avvenuto il 29 aprile 2011 a Biderosu, nelle campagne di Buddusò, in cui morirono in due e altrettanti - fratelli di Antonio Bacciu - riuscirono miracolosamente a scamparsela. Secondo la Procura non c'è alcun dubbio che quello composto dai tre imputati fosse un vero e proprio clan, uomini legati dagli stessi interessi, in evidente conflitto con quelli della famiglia Bacciu. Il terreno di Bidurosu e la contesa che ne era nata, secondo il pm, è solo l'ultimo episodio di una vicenda che si trascina da molto prima, e che ha portato Giovanni Antonio Canu, Gianni Manca e Salvatore Brundu a pianificare e mettere in atto l'omicidio per chiudere i conti una volta per tutte. Nel corso dell'udienza odierna Scalas ha chiesto anche la condanna a tre anni e otto mesi per Giovanni Antonio Canu e due suoi fratelli, Giuseppe e Mario Canu per la detenzione di una pistola custodita nel terreno della discordia, che non è mai stata trovata ma di cui c'è traccia in una intercettazione ambientale raccolta dai Cacciatori di Sardegna. Il processo proseguirà il 23 ottobre con la versione degli avvocati della parte civile. Il 24 e il 27 ottobre toccherà ai legali della difesa.
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