Al Microcitemico di Cagliari non c’è più l’anestesista pediatrico e i bimbi malati sono costretti a viaggiare verso altri ospedali correndo rischi enormi per la loro salute. Lo denunciano i genitori dei piccoli pazienti: “Questo è il nostro grido disperato. Siamo arrabbiati. È una vergogna”. La protesta ha dato i suoi frutti immediati. La Asl 8 ha comunicato di aver appreso della situazione nata da un disguido e di essere intervenuta subito: "Il servizio", fa sapere l'azienda sanitaria, "proseguirà con i due anestesiti Alberto Lai e Paolo Isoni".

L'AFFONDO - Il durissimo attacco contro le istituzioni era arrivato dall’Associazione sarda genitori oncoematologia pediatrica (Asgop): da anni lavora accanto agli operatori. “Pensavamo”, hanno spiegato la presidente dell’associazione, Bruna Moro, e Valentina Tolu, del direttivo, “che la situazione in cui naviga il reparto di Oncoematologia pediatrica potesse migliorare nel tempo e che si potesse assistere a un sensibile miglioramento delle condizioni di cura e di vita dei nostri bambini assistiti. Sembra che nessuno voglia prendere in considerazioni le condizioni di cura che attraversano i bambini affetti da tumore”. I genitori hanno denunciato l’assenza dell’anestesista pediatrico: “Il suo ruolo e la sua figura professionale sono stati trattati senza rispetto dall'amministrazione ospedaliera. Così, improvvisamente, il reparto di Oncoematologia pediatrica non avrà più un anestesista pediatrico dedicato, per le procedure in anestesia generale. I nostri bambini saranno di nuovo costretti a viaggiare verso altri ospedali”.

GLI ALTRI PROBLEMI - Non solo: “Medici e infermieri sono costretti a sopportare turni massacranti. L’organico è carente con tutti i rischi che ne conseguono”. Il trasferimento del reparto ha portato altre criticità: “Gli spazi per i nostri bambini sono esigui e il rischio di infezioni aumenta”. La pazienza è finita: “Chiediamo ai signori amministratori che ci dicano cosa hanno intenzione di fare. Denunciamo inoltre l’inattività e il totale disinteresse dei direttori generali e direttori sanitari”.
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