"Come è avvenuta l’aggiudicazione dell'appalto relativo all'area archeologica di Mont'e Prama a una ditta emiliana?", chiede Cappellacci, consigliere regionale di Forza Italia. "In una fase in cui dal Ministero arrivano solo circolari del silenzio e provvedimenti confusi e contradditori, l’unico riferimento che troviamo è una procedura negoziata, compiuta senza pubblicazione del bando per un ammontare di oltre 430mila euro, riferiti anche all'area di Tharros. In altre parole – spiega Cappellacci-, secondo quanto emerge dal sito istituzionale della direzione regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna, si tratta di una "procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando in corso di espletamento, per la quale, pertanto, sono stati già individuati gli operatori economici invitati alla gara". Secondo Cappellacci "appare singolare che si utilizzi un procedimento che, benché legittimo, tende a limitare a soggetti già individuati la possibilità di partecipazione. Tutto questo avviene con un Ministero che assume un atteggiamento da buttafuori nei confronti degli esperti delle Università di Cagliari e di Sassari che finora hanno curato con grande impegno e competenza la campagna di scavi. Assistiamo agli effetti di una linea politica e amministrativa, improntata a un becero spirito centralista, che stride con gli accordi sottoscritti e con l’opera svolta per due Legislature dalla Regione Sardegna". L'accordo stipulato nel 2011 con il Ministero, ricorda l'ex governatore "prevede espressamente sia una cabina di regia permanente in cui la Regione ha un ruolo da protagonista nelle decisioni riguardanti il complesso scultoreo di Mont'e Prama sia specifiche azioni per rendere fruibile il sito in cui è avvenuto il ritrovamento". Infine, Cappellacci lancia un messaggio al presidente della Regione Francesco Pigliaru: "Non vorremmo che ancora una volta la Sardegna subisse gli effetti di quella cappa che per 40 anni ha nascosto questa importante scoperta. Chiediamo nuovamente, e lo faremo con un’interpellanza, alla Giunta regionale di farsi parte attiva, di esercitare il proprio ruolo e di difendere quello dell’Università sarda in un percorso di importanza vitale ed epocale per la Sardegna".
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