Ha confermato davanti ai giudici della Corte d'Assise di aver visto Rocco Varacalli, pentito di 'ndrangheta, uscire di casa con una pistola proprio la notte prima dell'omicidio. Lucia Angioni, l'ex compagna del collaboratore di giustizia accusato di omicidio del giovane servo pastore Alberto Corona, ha testimoniato alla ripresa del processo-bis a Cagliari davanti al collegio presieduto da Francesco Sette.

Presente in aula il pentito, 43 anni, assistito dall'avvocato Agostinangelo Marras. E' accusato di aver ucciso Alberto Corona, il pastore di 20 anni freddato con un colpo di pistola il 24 febbraio 2009 nell'ovile di Ghineu, nelle campagne di Serdiana. Dopo aver collaborato alle indagini e partecipato come testimone al primo processo in Assise, Varacalli era stato tirato in ballo dall'ex convivente secondo la quale la notte prima dell'omicidio il compagno sarebbe uscito di casa impugnando una pistola. In aula ha ribadito questa circostanza aggiungendo di essere stata minacciata di morte più volte da Varacalli affinchè non riferisse il particolare agli inquirenti.

Il primo processo per l'omicidio di Corona si era chiuso con l'assoluzione di Francesco e Raffaele Baldussu, figlio e padre, ma ora è il collaboratore di giustizia a doversi difendere dalla pesante accusa. Varacalli, che ha vari precedenti penali, è anche il pentito che ha svelato la strutturata della 'ndrangheta in Piemonte. Ha fatto nomi e raccontato fatti fondamentali. Grazie alla sua testimonianza sono state arrestate 150 persone nell'estate del 2011 con l'operazione Minotauro, coordinata dal procuratore Giancarlo Caselli, contro le infiltrazioni della 'ndrangheta nel torinese. Il processo a Cagliari riprenderà il 13 ottobre con udienze a cadenza settimanale ogni lunedì.
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