Migliaia di tonnellate di greggio ad alto concentrato di zolfo. "Si tratta - denunciano i deputati di Sel Michele Piras e Giulio Marcon - di un combustibile pericolosissimo per l'ambiente, contro il commercio e l'esportazione del quale si sono già mobilitati negli Stati Uniti i movimenti ambientalisti e che parrebbe essere destinato alla raffineria di Sarroch". In attesa di verifiche sulla rotta effettiva della nave, continuano Piras e Marcon "avvertiamo la responsabilità di mettere in pre-allarme le Istituzioni sarde affinché per tempo seguano il caso e si assicurino che nessun porto sardo dia alla Minerva Gloria il permesso di attraccare. Ci rivolgeremo anche immediatamente al Governo e al Ministro dell'Ambiente affinché in Italia ed Europa si faccia altrettanto".

LA DENUNCIA IN UNA NOTA - La Minerva Gloria - quasi 250 metri di lunghezza per 44 di altezza, per decine di migliaia di tonnellate di stazza - sempre secondo quanto denunciano Piras e Marcon, sarebbe la petroliera che si è aggiudicata un trasporto speciale da una multinazionale altrettanto speciale, la Suncor Energy Inc., la più grande impresa di estrazione petrolifera e di gas di tutto il Canada. E, si legge nella nota diffusa dai deputati di Sel, "quello che è stato caricato nella stiva della Minerva Gloria è la nuova ricchezza del Governo di Ottawa: petrolio ottenuto dallo sfruttamento delle sabbie bituminose e dei pozzi dell'Alberta. Un vero e proprio carico di cambiamento climatico che, lasciato il porto di Sorel-Tracy e attraversato il fiume San Lorenzo verso l'Atlantico avrà un'unica destinazione: il Mar Mediterraneo e, precisamente, le raffinerie di Sarroch".

LA SARAS - Il Gruppo Saras precisa che la nave Minerva Gloria, in arrivo a Sarroch nella prima metà di ottobre, trasporta un carico di comune petrolio di origine canadese, non di sabbie bituminose: "Le caratteristiche chimico-fisiche di questa materia prima sono analoghe, ad esempio, alla maggior parte dei grezzi mediorientali. In termini di emissioni di gas climalteranti, il processo di raffinazione di tale petrolio è assolutamente equivalente a quello seguito dagli altri grezzi in tutti gli impianti europei, sottoposti alla più severa legislazione ambientale a livello mondiale. E che da tempo lavorano anche tale grezzo, senza particolari criticità".

L’acquisto di materie prime spiega la Saras - è disciplinato da leggi nazionali e internazionali: tutto quello che entra in raffineria è sottoposto al controllo di Dogana e Guardia di Finanza. Il Gruppo Saras "opera in piena trasparenza nel rispetto di tali normative". "Tutte le navi che si avvicinano al pontile di Sarroch sono sottoposte ad attente analisi che consentono di avere la “carta di identità” di ognuna", spiega Francesco Marini, presidente di Sarlux, la società controllata da Saras S.p.a. proprietaria del sito. "Ben prima che diventasse obbligo di legge, Saras ha scelto di permettere l’attracco solo a navi con il doppio scafo, per tutelare anche l’ambiente marino".
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