Torna in strada, sotto i portici di via Roma a Cagliari. "Apro qui la mia nuova bottega. Offrirò ancora il mio lavoro e cercherò di "piazzare" qualche cd audio degli spettacoli da me prodotti. Chiederò anche un contributo/offerta e quel che si possa meritare nelle possibilità degli amici e dei passanti, basterà anche la sola visita".

Gaetano Marino, attore campidanese (nato a Enna ma dall'età di due anni arrivato in Sardegna per restarci), affronta così la crisi nel mondo del teatro. "Vi prego di comprendere quale immane sforzo psicologico abbia dovuto sopportare, ma non posso oramai nemmeno occuparmi di una dignità. Una spiegazione pubblica", dice, "per quel che andrò a fare è necessaria solo in virtù del mio ruolo di uomo di spettacolo". L'attore non nasconde le sue enormi difficoltà: "Mi ritrovo a cinquantasei anni, trentasei dedicati al teatro, con niente, letteralmente, nemmeno un centesimo di risparmio. Una famiglia di due bambini e moglie, a carico, disoccupato, casa in affitto e senza un lavoro; dico qualsiasi lavoro attinente al mio campo, perché possa farmi pensare ad una minima sopravvivenza. Non posso neppure cambiare mestiere per sopraggiunti "improvvisi" limiti di età. Serve altro? Mi rimane la strada. Il mio vecchio palcoscenico, la mia scuola".

E' una delle "vittime" di un sistema che sembra stia spazzando via cultura e teatro. "Nessun grido di protesta oltre le righe", aggiunge. "Niente comunicati stampa contro alcuno di preciso, né rabbia, né altre storie già viste, non servono e alimentano solo fraintendimenti e strumentalizzazioni. Non è facile trovare un colpevole o una causa definita". Gaetano Marino parla apertamente di disfatta: "Credo sia un sistema intero che stia implodendo in modo vertiginoso e la cultura, il teatro e le altre arti della scena che non consistono sono i primi a doverne subire la disfatta". Eppure l'attore ammette di "vivere professionalmente un momento particolarmente felice". L'altra faccia della medaglia: "Attraverso anche un momento finanziariamente difficile, forse troppo impegnativo e ingarbugliato, tanto da non possedere più alcuna soluzione per poter andare avanti". In poche parole, niente soldi: "Da qualche anno è come se si fosse tagliata ogni risorsa finanziaria a mio favore e non so per quale motivo, davvero. Credo siano solo fatali coincidenze, capitano anche queste. Eppure non chiedo tanto, chi mi conosce bene sa anche che non è nel mio stile: una normale prestazione di lavoro". Ora il suo palcoscenico sarà via Roma a Cagliari: "Ora ognuno si dovrà assumere le proprie responsabilità, me per primo, sempre che valga al merito dei fatti e delle cose il mio essere qui, dopo trentasei anni di teatro e di meraviglia. Così è, se ci pare. Vi aspetto, portate il caffè".
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