Fino al 27 settembre - con la regia del Dipartimento di Storia, Beni culturali e territorio dell'Università - Cagliari ospita l'XI Congresso nazionale di Archeologia cristiana. È la prima volta che il momento di studio e confronto fa tappa in Sardegna. Istituito nel 1950 a Siracusa, quando la disciplina muoveva ancora i primi passi, ha toccato diverse città d'Italia. Il suo approdo a Cagliari, deciso dal comitato nell'ultimo congresso di Cosenza, ha quindi una valenza storica. Sarà un'opportunità per riportare l'Isola al centro degli studi, promuovere la conoscenza dei siti archeologici e favorire il confronto tra quanti valorizzano e scoprono monumenti e insediamenti che testimoniano le trasformazioni avvenute con la diffusione del cristianesimo.

IL PROGRAMMA - La attività sono iniziate lunedì. Il congresso si articola in 7 sessioni, corrispondenti ad altrettante declinazioni del tema "Isole e terraferma nel primo cristianesimo". Si va dalle origini della religione cristiana, all'organizzazione dei cimiteri e dei santuari dei martiri, fino alla diffusione del culto dei santi. Al centro delle relazioni anche gli edifici di culto, l'architettura e la scultura. Saranno inoltre presentati gli studi più aggiornati su scambi commerciali, epigrafia, iconografia e correnti monastiche.

I MONUMENTI - Il Congresso non si svolgerà solo nelle aule universitarie della Cittadella dei Musei e della Pontificia facoltà teologica. La mattinata di oggi sarà dedicata alla visita dei monumenti archeologici della città: la basilica di San Saturnino, le aree recentemente messe in luce nel quartiere di Marina sotto le chiese di Sant'Eulalia, Santa Lucia e Santo Sepolcro. Domani, invece, il Congresso si sposterà a Sant'Antioco. Durante la mattinata si visiteranno le catacombe, il luogo del martyrium del Santo e il museo archeologico Barreca. Nel pomeriggio i lavori continueranno nell'aula consiliare del Comune.

GLI ORGANIZZATORI - «È un avvenimento d'importanza straordinaria che va oltre gli interessi scientifici che ruotano attorno alla disciplina», dice Rossana Martorelli, docente di Archeologia cristiana all'Università di Cagliari e direttrice della Scuola di specializzazione in Beni archeologici. «Il congresso - precisa - consentirà di far conoscere la Sardegna in una facies meno nota rispetto a quella nuragica. Si svolge inoltre in un momento in cui diversi progetti internazionali pongono al centro della loro attenzione le Isole. Non solo per questioni legate all'identità. Il congresso focalizzerà l'analisi sulle relazioni che la Sardegna seppe intrattenere, perché al centro del Mediterraneo, con le altre civiltà».

Nell'organizzazione del congresso l'Università di Cagliari è capofila. Collaborano come partner l'Università di Sassari, la Pontificia facoltà teologica, la Pontificia commissione di Archeologia cristiana, la Soprintendenza, enti locali e parrocchie.

Manuela Arca

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