Sui tempi, l'unica certezza è che non ci sono certezze: il nuovo carcere di Uta, da cento milioni di euro, rischia di diventare uno scandalo di cemento armato e sbarre piazzato in mezzo al nulla della piana di Santa Lucia. Il cantiere, dicono i sindacati, è di nuovo bloccato: non ci sono soldi. E se le date di consegna del penitenziario slittano di anno in anno la nuova, enorme grana, arriva dal tribunale fallimentare di Roma: i giudici hanno messo in mano al pm tutte le carte sulla Opere Pubbliche, la Spa dei carlofortini Gariazzo che ha iniziato a costruire il carcere nove anni fa e non l'ha ancora finito. Nonostante quasi cento milioni di euro ministeriali pompati nelle sue casse, la società risulta in dissesto e scoperta per cifre enormi con erario, dipendenti e fornitori. Sarà la magistratura, adesso, a dover decidere se chiederne il fallimento. E valutare, eventualmente, se esistano altri profili sui quali è necessario fare luce.

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Enrico Fresu su L'Unione Sarda in edicola.
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