Il ministro dell'Istruzione, ospite della trasmissione radiofonica Un giorno da pecora, aveva "bacchettato" la dirigenza della scuola, giudicata "troppo buona" nell'affrontare il caso di Marcello Melis, professore accusato di violenza e concussione sessuale. "Andava espulso" ha detto il ministro. Ecco, dopo quelle parole il collegio dei docenti del istituto magistrale ha deciso di difendere il dirigente scolastico Antonio Piredda, con un documento: "Il ministro, oltre ad essersi pronunciato in maniera inopportuna in quanto il suo ruolo istituzionale di certo imponeva una maggiore cautela, è incorso in affermazioni assolutamente arbitrarie, frutto di una chiara ignoranza della normativa che regola i rapporti del personale scolastico e l’insieme delle sanzioni disciplinari che il dirigente scolastico può infliggere ad un docente del suo istituto, sanzioni che non possono andare oltre una sospensione dalle lezioni, peraltro per un tempo non superiore ai dieci giorni".

La "lettera" continua e invita il ministro che parla "con disinvoltura" di espulsione, "ad informarsi sul reale comportamento tenuto dal dirigente scolastico. Potrebbe così apprendere che il prof. Piredda potrebbe aver comminato al prof. Marcello Melis tutte le sanzioni che il proprio ruolo gli consentiva (dal richiamo, alla censura alla sospensione dall’insegnamento per due volte). Saprebbe, altresì, che il prof. Piredda, oltre ad aver informato l’autorità giudiziaria, ha per ben tre volte richiesto la visita ispettiva (nel 2011 inutilmente, nel 2013 ottenendo come risultato l’archiviazione del procedimento ed infine nel 2014. Relativamente a quest’ultima nulla ancora è dato sapere circa le conclusioni cui sono giunti i sigg. Ispettori scolastici)".
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