Occorre riprendere in mano il discorso mai avviato dalla Commissione d'inchiesta sul sistema creditizio e bancario dell'Isola e "ripristinare il sistema di regole" che garantiscono il funzionamento della Fondazione del Banco di Sardegna. Lo chiedono, con una mozione urgente, che arriva a distanza di quattro mesi da quella sul sistema bancario già bocciata dall'Aula, i consiglieri regionali dell'opposizione.

L'accusa di Riformatori, Fi, Udc e gruppo Sardegna (Fdi, Uds e Zona Franca) è rivolta principalmente al Pd. Con il documento si vuole impegnare il presidente della Giunta a verificare "se all'interno della Fondazione Banco di Sardegna sia stata garantita la più netta separazione tra finanza e politica". "Una linea interna al partito gestisce tutto, mentre il Consiglio regionale deve tutelare gli interessi dei sardi - ha tuonato Attilio Dedoni, capogruppo Riformatori - Non c'è nessun attacco alle persone, ma mi pongo una domanda: chi è che non vuole che si guardi all'interno del sistema creditizio e bancario isolano?". Secondo Pietro Pittalis, capogruppo Fi, "c'è una assenza totale sul fronte delle politiche del credito da parte dell'esecutivo. Oggi la Fondazione sembra un circolo del Pd e non vorremmo che si verificassero situazioni già vissute in altri contesti".

"La Fondazione pur essendo di diritto privato è vigilato dalla politica - attacca Gianluigi Rubiu, capogruppo Udc - con un potere penetrante che ha monopolizzato il comitato dell'ente". Per il Gruppo Sardegna, Modesto Fenu ha sottolineato che "la Commissione d'inchiesta potrebbe fare luce su alcuni pignoramenti e alcuni casi di anatocismo che, come ha decretato la Corte costituzionale, sono illegittimi".
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