"Non solo Capo Frasca, siamo pronti a lottare per Quirra e per la chiusura di tutti i poligoni. Vogliamo che i proclami fatti dalla Regione che si è costituita parte civile diventino fatti". E' l'obiettivo della Rete "Pesa Sardigna" nata il 24 agosto proprio per rafforzare la lotta contro le servitù e le occupazioni militari in Sardegna e pronta a promuovere per il 23 settembre prossimo, in occasione della sua prima uscita pubblica, un sit-in davanti al Tribunale di Lanusei, in Ogliastra, dove si apre il processo per disastro ambientale nel poligono interforze del Salto di Quirra. Sul banco degli imputati otto comandanti, tra cui sei generali, che hanno guidato il poligono dal 2004 al 2010. Sono accusati di omissione aggravata di cautele contro infortuni e disastri. E la Regione Sardegna si costituirà parte civile. "Il nostro obiettivo - ha spiegato Francesco Zancudi del Fronte indipendentista Unidu - è quello di far convergere associazioni e movimenti anche politici su un fronte comune, proprio per questa ragione è nata Pesa Sardigna". Alla Rete aderiscono l'Unione degli studenti, Comunidades e Gentes di Sardegna Possibile, Fronte indipendentista Unidu, Progres, Circulu indipendentista Ugo Ciaves, Movimento per il lavoro l'ambiente e i diritti, Scida, Comitato su giassu. Alla manifestazione parteciperanno anche Assotziu Zirichiltaggia, Serrenti possibile, Movimento Sulcis in lotta, Azione civile, Comitati sardi per la lista L'altra Europa, Carlofortini preoccupati, Sardigna libera.
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