Con i sigilli apposti oggi pomeriggio alle sei suite dell'hotel Romazzino si apre un nuovo filone di indagine per violazioni urbanistiche legato all'inchiesta-madre sulla presunta corruzione in Costa Smeralda. L'ultimo a finire nel registro degli indagati, per la sola vicenda degli abusi, è Mariano Pasqualone, amministratore delegato di Sardegna Resort, l'impero del lusso da due anni di proprietà della Qatar Holding.

Tra ieri e oggi complessivamente le persone finite nel mirino della Procura di Tempio sono cinque: l'ingegnere cagliaritano Tonino Fadda, il fratello geometra Raimondo, l'ex dirigente dell'ufficio tecnico del comune di Arzachena, ora ai lavori pubblici, Antonello Matiz, una figura minore di cui non è appreso il nome e il manager Pasqualone. Per i primi tre si ipotizza il reato di corruzione.

Nelle perquisizioni eseguite ieri a Cagliari, Cannigione e Roma i carabinieri hanno sequestrato numerosa documentazione, telefoni cellulari e computer e gli atti della convenzione siglata tra il comune di Arzachena e la Sardegna Resorts nel 2010, che prevedeva il finanziamento di opere per circa 2 milioni di euro. Oggi il blitz per il sequestro delle suite con l'apertura del nuovo fascicolo. Insieme alle ville extra lusso, i sigilli sono scattati per sette piscine, una in uso all'hotel e le altre adiacenti le suite. Secondo la Procura, si tratterebbe di strutture abusive in quanto realizzate in base a una concessione edilizia del 2010 bocciata dal Tar.

Il via libera, infatti, sarebbe stato rilasciato tenendo conto di una legge regionale che prevedeva la riqualificazione di edifici già esistenti, ma secondo la magistratura tempiese l'intervento eseguito non avrebbe rispettato un'ordinanza del Tar della Sardegna emessa nel marzo del 2011 che dichiarava l'illegittimità della concessione edilizia.
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