Foto e video esclusivi mostrano le tracce di una situazione che "non pensavo fosse così grave". Nel frattempo il Movimento 5 Stelle ha preparato un'iterrogazione alla Commissione Europea sulla questione dei poligoni.

Nuraghi utilizzati come postazioni di tiro, villaggi preistorici trasformati in parcheggio e in parte demoliti, bombe inesplose nella zona retrostante a Cala Zafferano, interdetta da decenni agli stessi militari e sulla quale sta operando il reggimento nucleare batteriologico e chimico (Nbc): uno scenario che testimonia una "devastazione ambientale e archeologica che deve essere perseguita come reato penale". E' la nuova denuncia del deputato di Unidos Mauro Pili, reduce dall'ultimo sopralluogo all'interno del poligono di Teulada "dove - sottolinea - le esercitazioni riprenderanno il 21 settembre". Denuncia corredata, anche questa volta, da foto e un video che documenta un missile incastrato tra le pietre della torre del nuraghe Maxinas. "Non pensavo che la situazione a Teulada fosse così grave e diametralmente opposta da come descritta dall'azione di propaganda del ministero della Difesa - spiega Pili ai giornalisti convocati stamattina a Cagliari - La devastazione è arrivata a tal punto che nessuno può accedere in quelle stesse aree dove si è sparato per decenni. In 50 anni non è stato tolto un missile o una bomba e mentre prima si è giocato alla guerra se oggi interviene il gruppo Nbc vuol dire che la zona è ad alto rischio". Secondo Pili, inoltre, è "falso che si stia iniziando la bonifica come sostiene la Difesa. Dal 25 agosto ad oggi - argomenta l'ex governatore della Sardegna - il gruppo Nbc ha aperto solo un corridoio largo un metro e lungo un metro e mezzo per andare a fare prelievi di terreno in quell'area. E il comandante della base ha smentito che quella zona sia sotto sequestro, mentre è vero che sono state sequestrate le armi nelle quali sarebbe stata rilevata la presenza di torio". Altro particolare segnalato dal deputato sardo: "l'Esercito inquina, misura gli effetti e poi fa pure le bonifiche. A questo punto - denuncia - non si capisce chi deve controllare".

L'INTERROGAZIONE DI M5S - "Se non è questo uno scenario di guerra allora il governo italiano mi spieghi cos'è", così il capo delegazione del Movimento 5 Stelle al parlamento europeo commenta le esercitazioni militari che in Sardegna, nell'area di Teulada, stanno distruggendo tracce di una storia millenaria, mettendo a repentaglio anche la salute dei cittadini. Ignazio Corrao e i colleghi parlamentari Marco Affronte e Marco Valli hanno predisposto una interrogazione alla Commissione Europea. "In Sardegna - hanno sottolineato - nel poligono di Capo Frasca vengono effettuate esercitazioni militari dalle aeronautiche italiane, tedesche, Nato e israeliane. Tale poligono impegna una zona di sicurezza a mare interdetta alla navigazione. Le ricadute sul territorio comprendono il divieto di esercitare la pesca e la presenza di ordigni inesplosi. La scorsa settimana le esercitazioni militari hanno causato un incendio che ha provocato la distruzione di 32 ettari di macchia mediterranea. Capo Frasca è stato oggetto di osservazione e studio sui casi di malattia e morte che hanno colpito il personale impiegato nel poligono di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno. In questo tratto di mare riconosciuto come sito di importanza comunitaria, la Nato e non solo, hanno scaricato ogni tipo di esplosivo. Ad oggi nessuna bonifica è stata effettuata". I tre parlamentari europei si rivolgono quindi alla Commissione chiedendo: "Quali iniziative intende intraprendere per evitare il ripetersi di simili gravi incidenti che mettono a rischio l'incolumità della popolazione e dell'ambiente; se la Commissione non ritenga opportuno che le autorità italiane adottino i provvedimenti necessari, quali la bonifica; se la Commissione non ritenga che sussista la possibilità di una violazione al diritto fondamentale alla salute dei cittadini".
© Riproduzione riservata