Girato in bianco e nero racconta la storia del francese Pierre Seel, deportato a 17 anni, perché omosessuale, in un lager nazista, torturato, marchiato col triangolo rosa e sopravvissuto all'orrore. E' la trasposizione cinematografica di "Moi, Pierre Seel, deportè homosexuel", scritto dal protagonista e da Jean Le Bitoux.

"Un film sulla memoria che pone l'accento sui diritti civili negati, di grande valenza artistica e sociale - ha sottolineato l'assessore alla Cultura della Regione Sardegna, Claudia Firino, incontrando i giornalisti insieme al regista - E' un riconoscimento tardivo, ma é motivo di orgoglio avere un rappresentante della nostra isola in questo importante festival". Venerdì 19 settembre il film sarà presentato a Melbourne, alla vigilia del verdetto della giuria. E Coda si prepara per la trasferta australiana, col supporto della Film Commission targata Sardegna.

L'opera sperimentale e indipendente, ad un anno e mezzo dalla sua nascita ha vinto il Seattle Social Justice Film Festival e il Gothenburg Indipendent Film Festival, è stata selezionata 13 volte in festival internazionali e ha avuto quattro nomination per il David di Donatello e una per il Ciak d'oro. "E' un grande risultato per la cinematografia sarda - sottolinea l'autore - siamo competitivi e lo stiamo dimostrando".

L'annuncio della selezione australiana è stato dato questa mattina in assessorato alla presenza anche del cast. "Il Rosa Nudo mi ha emozionato - ha confessato la Firino - Giovanni Coda in un certo senso è l'emblema di un mondo di artisti che ottengono grandi risultati contando solo sulle proprie forze, ma come Regione sosterremo il talento dei nostri registi cinematografici".
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