I nuovi eccezionali reperti rinvenuti la settimana scorsa nel cantiere archeologico di Mont'e Prama per ora restano chiusi al sicuro nel magazzino del Museo civico di Cabras, ma l'amministrazione comunale ha già chiesto alla Soprintendenza ai Beni archeologici per le province di Cagliari e di Oristano di poterli esporre temporaneamente al pubblico, assieme ai sei giganti di arenaria già restaurati esposti da marzo nelle sale del museo. Il pezzo più significativo, e finora unico, è probabilmente la base con ancora attaccati i due piedi calzati troncati all'altezza delle caviglie. Spettacolari anche la testa con elmo cornuto e l'imponente busto di arciere con faretra sulle spalle e placca protettiva sul petto. Poi un piede mozzato che indossa il sandalo e un altro reperto ancora tutto da interpretare, come ha ammesso lo stesso Alessandro Usai, l'archeologo della Soprintendenza responsabile del cantiere di Mont'e Prama, che stamattina ha illustrato i nuovi reperti alla stampa.

Tutti questi reperti, ha spiegato invece l'archeologo Raimondo Zucca, dell'Università di Sassari, mostrano evidenti i segni della distruzione sistematica di cui furono oggetto le grandi statue di arenaria 2800 anni fa e forse anche prima. L'assessore comunale alla Cultura di Cabras, Fenisia Eras, è sicura che la esposizione temporanea di questi reperti nelle sale del Museo farebbe registrare una impennata di visitatori. L'esposizione dei sei giganti inaugurata a marzo ha fatto già registrare più di 86 mila presenze. Un migliaio soltanto tra sabato e domenica scorsi. Intanto sul piccolo rilievo di Mont'e Prama, tra lo stagno di Cabras e le spiagge di Mari Ermi e Is Aruttas, continua il lavoro degli archeologici attorno al monumentale. Lo scavo continua attorno al monumentale betilo sotto il quale si nascondevano i nuovi reperti. Tutti regolarmente segnalati, come anomalie del terreno, dalle indagini col georadar condotte dal geologo Gaetano Ranieri.
© Riproduzione riservata