Legavano cerini ad una sigaretta e attendevano che i roghi divampassero, poi chiamavano i vigili del fuoco e insieme a loro spegnevano le fiamme. Ma non avevano nessuna apparente ragione per appiccare gli incendi, solo l'adrenalina e l'euforia provocata dal vedere le fiamme divampare e le squadre intervenire in forze per domare i roghi.

Grazie ad un'attività di indagine congiunta tra Carabinieri della Compagnia di Iglesias e Corpo forestale, coordinati rispettivamente dal capitano Nicola Pilia e dal commissario Alberto Sattanino, che è stato dato un nome e un volto a due piromani seriali che dal mese di maggio hanno appiccato almeno 18 incendi nel Sulcis. In manette sono finiti Vincenzo Pala, 70 anni, e Alessandro Coghe, di 27, entrambi di Gonnesa, con precedenti per incendi dolosi. Il primo era stato già arrestato nel 2006, il secondo invece aveva prestato servizio come volontario proprio per la prevenzione dei roghi. L'arresto dei due è scattato ieri sera dopo l'ennesimo incendio che avevano appiccato a Gonnesa, in località Terras Collu, proprio vicino all'abitazione di Coghe che ha devasto due ettari di macchia mediterranea.

Le indagini di Carabinieri e Corpo forestale sono partite già dopo i primi incendi. Vincenzo Pala e Alessandro Coghe, accusati di incendio, incendio boschivo e danneggiamento a seguito di incendio, al termine degli interrogatori hanno confessato. Secondo la ricostruzione, arrivavano nei vari luoghi a bordo di un'auto e dopo aver appiccato i roghi attendevano l'arrivo di Vigili del fuoco e Corpo forestale per partecipare all'opera di spegnimento. Sono stati più volte visti, fotografati e identificati sul posto, "meno male che vi abbiamo chiamato, siete arrivati subito grazie a noi", avrebbero detto in alcune occasioni. I militari con l'aiuto degli agenti della Forestale hanno fatto scattare le indagini. I due sono stati seguiti e le loro conversazioni sono state intercettate. Ed è proprio grazie a questa attività che gli investigatori sono riusciti a ricostruire tutti gli incendi appiccato dai due: ben 18 con la conseguente evacuazione di venti abitazioni e i reparti di ostetricia e neonatologia dell'ospedale Sirai di Carbonia. I due, secondo quanto accertato dagli investigatori, appiccavano i roghi sempre vicino alle abitazioni per poter vedere arrivare i mezzi di soccorso, "non c'era gusto a vedere intervenire solo mezzi aerei", avrebbero dichiarato. Il 29 luglio scorso hanno appiccato il rogo che ha devastato due ettari di terreno distruggendo la Pineta dei Minatori a Iglesias; il 4 luglio dieci ettari di macchia a Iglesias e altri cinque a Gonnesa vicino al camping Robinson; il 3 luglio l'incendio vicino all'ospedale di Carbonia con l'evacuazione dei reparti e lo stesso giorno in località Flumentepido un rogo vicino a una abitazione, poi evacuata, con il rischio di esplosione di una bombola di Gpl.
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