Presenti non solo i parrocchiani ma anche i turisti che hanno assistito alla lavorazione del pane, dei dolci, del formaggio. Hanno potuto ammirare anche il cocchio di Sant'Efisio, gli attrezzi agricoli di un tempo. Il tutto al suono delle launeddas, dell'organetto e de sa trunfa. Su un grande schermo è stato poi promosso il territorio, dal mare all'entroterra, oltre che le attività della parrocchia di don Marcello Loi. Presenti pure i bambini in costume sardo che, come nel giorno di Sant'Efisio, hanno lanciato nella piazza migliaia di petali, realizzando un unico tappeto colorato (sa scramadura). Quindi balli e degustazione di dolci e vini del territorio. "E' stato un momento straordinario - ha detto don Loi - aggregante e sociale, a beneficio di tutti".
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