Il procuratore di Tempio Pausania, Domenico Fiordalisi, ha chiesto il rinvio a giudizio dei sindaci di Olbia e Arzachena, Gianni Giovannelli e Alberto Ragnedda, e di altri 4 dirigenti del Comune e della Provincia a conclusione di una tranche dell'inchiesta sulla tragica alluvione del 18 novembre scorso che solo in Gallura provocò la morte di 13 persone. Per tutti l'accusa è di omicidio colposo e disastro colposo in relazione alla mancata informazione alla popolazione di Olbia e Arzachena dell'imminente pericolo.

Nel maggio scorso il capo della Procura aveva chiuso le indagini preliminari inviando gli avvisi a 13 indagati. Tra i nomi spiccavano quelli del commissario straordinario per l'alluvione Giorgio Cicalò, dell'allora governatore Ugo Cappellacci e dell'assessore all'Ambiente Andrea Biancareddu. La loro posizione è stata ora stralciata ed è attualmente al vaglio della Procura. Gli inquirenti starebbero valutando le memorie difensive presentate subito dopo la conclusione delle indagini per capire il livello di responsabilità nella mancata informazione ai cittadini di Olbia e Arzachena dell'imminente arrivo del ciclone Cleopatra, che è piombato sui due centri seminando morte e distruzione. Oltre a due sindaci, il procuratore Fiordalisi ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ingegnere della Provincia di Olbia, Federico Cerutti Ferrarese, e dei dirigenti del Comune di Olbia, Antonio Zanda, dell'ufficio tecnico, Gabriella Palermo e Giuseppe Budroni, che era anche responsabile della Protezione civile.
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