Una task force costituita da Governo, Regione e sindacati si riunirà martedì prossimo a Roma, al ministero dello Sviluppo Economico, per verificare lo stato dell'arte della vertenza Alcoa. Tre i punti che saranno sotto la lente di ingrandimento per il futuro della fabbrica di Portovesme: il prezzo dell'energia che deve essere competitivo a livello europeo, i tempi di durata delle tariffe (si parla di un accordo decennale) e la lettera di intenti messa nero su bianco da Glencore e indirizzata ad Alcoa per la definizione e l'acquisizione della fabbrica.

PIGLIARU - Bocca cucita per il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, intervenuto al tavolo tecnico sulla vertenza Alcoa: "Preferisco non rilasciare dichiarazioni". Dopo aver salutato gli operai fuori dal Mise, il governatore sardo si lascia sfuggire un'amara verità davanti agli occhi attoniti dei "caschetti": "Non c'è ancora nessuna buona notizia, ma stiamo lavorando in questo senso"

SINDACATI - Un memorandum d'intesa che fissi il prezzo medio competitivo dell'energia è l'"equazione" ancora irrisolta per Alcoa, su cui sta lavorando il tavolo tecnico al ministero dello Sviluppo economico composto da Governo, Regione, Glencore (la multinazionale interessata all'acquisizione dello stabilimento di Portovesme) e la delegazione degli operai del Sulcis presente alla riunione. "La certezza è che l'accordo sul prezzo dell'energia sarà decennale, e quindi a lungo termine, ma è ancora stallo sulla chiusura della nostra vertenza", fa sapere Rino Barca, segretario Fim Cisl. "Siamo in una fase di allarme preoccupante perché Alcoa ha reso noto che dal 1 agosto interromperà la manutenzione degli impianti e Glencore non ha ancora fatto alcuna manifestazione d'interesse scritta per l'acquisizione della fabbrica". "Siamo con l'acqua alla gola e il Governo deve ancora sciogliere il nodo sulle risorse per gli ammortizzatori sociali", conclude il sindacalista

LA GIORNATA - "Uniti nella lotta, il lavoro non si tocca". Sono le 11.40 quando i 150 operai Alcoa iniziano la protesta davanti al ministero dello Sviluppo economico, in via Veneto a Roma. Prezzo dell'energia stabile e duraturo nel tempo e proroga della scadenza (prevista per il 31 luglio) per il rinnovo di manutenzione degli impianti per far ripartire lo stabilimento di Portovesme sono le richieste avanzate al governo dai lavoratori della fabbrica di alluminio.

Tra un "vaffa" rivolto contro l'azienda e lo sventolio delle bandiere dei Quattro Mori, i "caschetti" urlano: "Lavoro, lavoro, lavoro. Servono risposte concrete e certezze, basta promesse vogliamo i fatti". "Esecutivo e Regione devono fissare anche una data precisa sull'erogazione degli ammortizzatori sociali", sottolinea Daniela Piras, segretario generale Uilm Sulcis. "Le aspettative sul tavolo tecnico di oggi sono tante e ci aspettiamo un accordo scritto sul prezzo dell'energia", dice Bruno Usai, esponente della segreteria Fiom. Anche sei sindaci (Villamassargia, Carbonia, Gonnesa, Fluminimaggiore, Buggerru e San Giovanni Suergiu) sono sbarcati nella capitale in segno di solidarietà agli operai: "Il governo deve tener fede agli impegni", dice il primo cittadino di Villamassargia Franco Porcu. "Questa battaglia per la risoluzione della vertenza Alcoa va avanti da anni e ora deve chiudersi con un preciso obiettivo e cioè la riapertura della fabbrica. Siamo arrivati alla fame", tuona Ferdinando Pellegrini, sindaco di Fluminimaggiore.

Roberta Floris
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