L'evento era certamente eccezionale, ma alcuni ponti e canali non erano comunque idonei a ricevere tutta quell'acqua. Non solo. Il canale scolmatore della diga superiore di Poggio dei Pini sarebbe stato realizzato in modalità difforme dal progetto. Sono, in estrema sintesi, le conclusioni della perizia del professor Paolo Mignosa, consulente tecnico della parte civile, direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile, dell'Ambiente, del Territorio e Architettura dell'Università di Parma. E' proseguito con la sua testimonianza in aula il processo che sta cercando di accertare le eventuali responsabilità dei danni e delle vittime della tragica alluvione del 22 ottobre 2008 a Capoterra. Oltre a Speranza Sollai, annegata in casa, quella notte persero la vita anche Antonello Porcu e sua suocera Licia Zucca, travolti dal Rio San Girolamo in piena, e Annarita Lepori. Davanti al collegio della prima sezione del tribunale di Cagliari, presieduto da Claudio Gatti, ospitato nell'aula della Corte d'Assise per accogliere le oltre 100 parti civile costituite in giudizio, oggi è stata la volta del consulente delle famiglie delle vittime e dei tanti danneggiati dalla valanga d'acqua che travolse il litorale di Capoterra. A processo c'è l'ex sindaco Giorgio Marongiu, il presidente della cooperativa Poggio dei Pini, Giovanni Calvisi, i capi del compartimento Anas Bruno Brunelletti e Giorgio Carboni, il funzionario della protezione civile Sergio Carrus e i dirigenti del Genio Civile Virgilio Sergio Cocciu, Gianbattista Novella e Antonio Deplano, accusati a vario titolo di omicidio colposo e inondazione colposa. Prossima udienza il 9 ottobre.
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