Oggi il terreno di scontro è il decreto legge 91/Dl 24 giugno 2014 n. 91 nel quale viene stabilito che per la valutazione dei tassi di inquinamento nelle aree del demanio destinate ad uso esclusivo delle forze armate per attività connesse alla difesa nazionale, vengano applicate le concentrazioni di soglia di contaminazione previste per l'industria. "Il decreto cancella bonifica, salva poligoni e nascondi scorie militari è un vero e proprio colpo di Stato - attacca il deputato di Unidos, Mauro Pili - cancella leggi e delega il ministro della difesa a scriversi le regole anche per lo smaltimento delle scorie militari". "La decisione del Governo è un fatto gravissimo e potenzialmente delittuoso, che rischia di trasformarsi in un vero e proprio condono tombale per le indagini in corso sull'inquinamento ambientale - aggiunge il deputato sardo di Sel Michele Piras, componente della Commissione Difesa di Montecitorio - Le soglie previste dalla normativa vigente per le industrie sono infatti enormemente più alte rispetto a quelle assegnate alle attività militari. Sollevare quella soglia, prosegue Michele Piras, equivale a dire alle Forze Armate che da domani potranno inquinare di più e, per esempio, alla Procura di Lanusei che l'indagine sul Poligono di Quirra in Sardegna può fermarsi qui. "Grazie a questo decreto lo Stato italiano si autoassolve dalla responsabilità di aver contaminato le aree circostanti i poligoni di Quirra o Teulada, mettendo quindi in pericolo il relativo processo di bonifica per via dell'incremento della soglia dei livelli di inquinamento previsti - dice Gavino Sale, indipendentista di Irs, preannunciando un'interrogazione in Consiglio regionale - Il rischio concreto è correlato al fatto che queste aree possano non risultare più classificabili come contaminate. Progres attacca, invece, il presidente Pigliaru bollando come "frasi di circostanza" quelle successive alla mancata intesa con il Governo. "Il presidente Pigliaru naturalmente non si è espresso - si legge in una nota - evidentemente avvallando l'operato dei suoi capi italiani, mentre i suoi alleati che promettevano di poter influenzare le scelte e la politica sarda, una volta ottenuti i posti di sottogoverno tanto agognati, sembrano ormai afoni e totalmente allineati alla politica dipendentista del Pd".
© Riproduzione riservata