Alcune Asl si sono già attivate per offrirlo in co-pagamento ai nuovi nati e ai soggetti a rischio, e secondo gli esperti dovrebbero seguire a breve anche le altre.

"La decisone della Puglia è molto rilevante - commenta Paolo Castiglia, Professore ordinario di Igiene, Università degli Studi di Sassari -. Il nostro Assessorato non ha ancora assunto una posizione nei confronti del vaccino anti-meningococco B e sono in atto iniziative di singole ASL per offrirlo in co-pagamento ai nuovi nati e ai soggetti a rischio. Io lo raccomando, quindi auspico che venga introdotto presto".

Secondo il Sistema Informativo delle Malattie Infettive (SIMI) in Italia nel 2012 si sono verificati 132 casi di infezioni da meningococco, probabilmente sottostimati a causa del metodo di analisi usato nel nostro paese. Su dieci persone che contraggono l'infezione circa una è destinata a morire anche se sottoposta a cure adeguate e su cinque persone che sopravvivono, una rischia di riportare devastanti disabilità permanenti. "In Sardegna mediamente si registrano una decina di casi all'anno - spiega Castiglia - ma una sottostima c'è senz'altro perché al Centro di riferimento regionale afferiscono soprattutto i campioni del nord dell'isola, mentre da altre parti del territorio non pervengono per motivi geografici. Non dimentichiamoci poi che la meningite è una malattia terribile che può portare al decesso in poche ore, talvolta senza dare neanche il tempo di fare i prelievi. Per questo è importante prevenirla".
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