Nessun disastro ambientale, nessuna compromissione permanente del territorio. Sono, in sintesi, le conclusioni della superperizia affidata dal gip del Tribunale di Lanusei Nicola Clivio a Mario Mariani del Politecnico di Milano. La perizia è stata consegnata stamattina alle parti, nell'udienza preliminare del processo per i cosiddetti veleni di Quirra, in corso a Lanusei. Si mette all'indice l'attività portata avanti per anni nel poligono interforze più grande d'Europa spesso senza precauzioni, con militari esposti a sostanze chimiche tossiche, ma anche con le popolazioni che, a lungo, hanno subìto le nubi di veleni perché non ci si è preoccupati di bloccare le esercitazioni nemmeno nei giorni di maestrale.

LA PERIZIA - Settanta pagine di relazione, più cinque cartelle e vari allegati, consegnano un quadro della situazione non catastrofico ma nella stessa relazione il perito rimanda a un'equipe di tecnici esperti nelle varie materie per poter avere un quadro più completo della situazione. Non ha alcun senso comunque che, in assenza di esercitazioni, che gli animali (pecore, capre) restino fuori dall'immensa area del poligono.

TRIBUNALE - In aula si tornerà il 18 giugno. Sul banco degli imputati ci sono 20 persone, alti ufficiali dell'Aeronautica militare, tecnici universitari, ex amministratori locali. Diversi i reati contestati, come l'omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri, falso ideologico, omissione di atti d'ufficio, ostacolo aggravato alla difesa di un disastro. L'impianto accusatorio resta in piedi. Certo che, però, la perizia sembra smontarne buona parte.
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